Evolocumab in pazienti con storia di ictus pregresso ha dimostrato di ridurre il rischio di nuovi eventi cardiovascolari. Questi risultati sono stati osservati in un sottogruppo di pazienti dello studio FOURIER.
Amgen ha annunciato che una nuova analisi ha mostrato che abbassare i livelli di colesterolo LDL (C-LDL) con evolocumab (Repatha®) ha ridotto il rischio di eventi cardiovascolari in un sottogruppo di pazienti, con storia pregressa di ictus, provenienti dallo studio sugli eventi cardiovascolari (FOURIER). Nessun nuovo problema di sicurezza è stato individuato in questa coorte di oltre 5.000 pazienti. I risultati dettagliati sono stati presentati oggi durate la Late-Breaking Clinical Trials Session all’European Society of Cardiology (ESC) 2017 di Barcellona.
«I benefici clinici dell’inibizione del PCSK9 in pazienti affetti da ictus non erano stati precedentemente riportati. La riduzione del rischio di eventi cardiovascolari in questa analisi è simile a quello che abbiamo visto nel più ampio studio FOURIER che ha arruolato 27.564 pazienti, sostenendo il ruolo di Repatha nel ridurre il rischio di eventi cardiovascolari futuri per coloro con una storia pregressa di ictus» – ha dichiarato Terje Pedersen, professore emerito del Dipartimento di Endocrinologia, Obesità Morbida e Medicina Preventiva all’Università di Oslo Institute of Clinical Medicine.
Il 19% dei pazienti nello studio sugli eventi cardiovascolari di evolocumab aveva una storia pregressa di ictus non emorragico (n = 5.337). In questa analisi, i pazienti affetti da ictus trattati con Repatha hanno sperimentato una riduzione media del 56% dei livelli di C-LDL rispetto al placebo (livello mediano di C-LDL di 29 mg/dL per i pazienti nel gruppo Repatha rispetto a 89 mg/dL nel gruppo placebo; p <0,001).
In questa analisi, l’hazard ratio di Repatha rispetto al placebo per l’endpoint primario composito, che includeva l’ospedalizzazione per
- angina instabile,
- rivascolarizzazione coronarica,
- infarto,
- ictus,
- morte cardiovascolare
è stata di 0,85 (95% CI, 0,72-1,00, p = 0,047).
L’hazard ratio di evolocumab rispetto al placebo per l’endpoint composito secondario di attacco cardiaco, ictus o morte cardiovascolare è stato di 0,89 (95% CI, 0,74-1,08).
Gli hazard ratio di evolocumab rispetto al placebo per la rivascolarizzazione coronarica, infarto, ictus e morte cardiovascolare sono stati rispettivamente 0,68 (95% CI, 0,52-0,90), 0,74 (95% CI, 0,55-1,00), 0,90 (95% CI, 0,68- 1,19) e 1,11 (95% CI, 0,80-1,56).
«FOURIER, lo studio sugli eventi cardiovascolari, ha dimostrato inequivocabilmente che abbassare i livelli di C-LDL con evolocumab produce una forte riduzione dei rischi per i pazienti ad alto rischio di un evento cardiovascolare – ha affermato Sean E. Harper, M.D., executive vice president of Research and Development di Amgen. – Il fatto che siamo stati in grado di rilevare una significativa riduzione del rischio di eventi cardiovascolari nel sottogruppo molto più piccolo di pazienti affetti da ictus è notevole e dimostra l’importanza della riduzione intensiva di C-LDL che evolocumab fornisce ai pazienti con malattia cardiovascolare aterosclerotica consolidata».
Nel sottogruppo di pazienti con storia di ictus non sono state osservate differenze notevoli nel tasso complessivo di eventi avversi né eventi avversi gravi o eventi avversi che hanno portato alla sospensione del farmaco.
Le percentuali di:
- diabete di nuova insorgenza (2,1% evolocumab, 2,0% placebo),
- di cataratta (1,0% Repatha; 0,8% placebo),
- di eventi avversi neurocognitivi (1,0% Repatha; 1,0% placebo)
sono risultati simili nei due bracci.
Analisi primaria dello studio sui risultati cardiovascolari di Repatha®
L’analisi primaria comprendeva 27.564 pazienti con malattia cardiovascolare. Lo studio è stato potenziato statisticamente sull’endpoint composito di eventi cardiovascolari maggiori (MACE) come primo attacco cardiaco, ictus o morte cardiovascolare (endpoint composito secondario chiave). È stato rilevato che l’aggiunta di evolocumab alla terapia statinica ottimizzata ha determinato una riduzione statisticamente significativa del 20% (p <0.001) nella riduzione di questi eventi.
Lo studio ha riscontrato anche una riduzione statisticamente significativa del 15% (p <0,001) nel rischio di MACE esteso composito (primario), che includeva ospedalizzazione per l’angina instabile, rivascolarizzazione coronarica, infarto, ictus o morte cardiovascolare.
Inoltre, non sono stati identificati nuovi problemi di sicurezza in questa grande sperimentazione clinica con circa 60.000 pazienti-anno di follow-up. Questa ha incluso anche la valutazione dei pazienti che hanno ottenuto bassi livelli di C-LDL.
Disegno dello studio sugli Outcome cardiovascolari di evolocumab (FOURIER)
Lo studio FOURIER (Further Cardiovascular OUtcomes Research with PCSK9 Inhibition in Subjects with Elevated Risk), è un studio clinico multinazionale di Fase III randomizzato, in doppio cieco, verso placebo, disegnato per valutare se evolocumab in confronto a placebo (entrambi in aggiunta ad una terapia statinica ottimizzata), riduce gli eventi cardiovascolari. L’endpoint primario è il tempo alla morte cardiovascolare, infarto del miocardio, ictus, ospedalizzazione per angina instabile o rivascolarizzazione coronarica. L’endpoint secondario principale è il tempo alla morte cardiovascolare, infarto del miocardio o ictus.
Erano eleggibili i pazienti con elevati livelli di colesterolo (C-LDL ≥70 mg/dL o non-C-HDL ≥100 mg/dL) e malattia cardiovascolare aterosclerotica clinicamente evidente in più di 1.200 centri in tutto il mondo. Tali pazienti sono stati randomizzati per ricevere evolocumab sottocute al dosaggio di 140 mg ogni due settimane o di 420 mg una volta al mese, in aggiunta a una dose ottimizzata di statina; o un’iniezione sottocute di placebo ogni due settimane o una volta al mese associato a una dose ottimizzata di statina. La terapia statinica ottimizzata è stata definita come una dose giornaliera di atorvastatina 20 mg o equivalente o se raccomandata atorvastatina 40mg o equivalente. Lo studio è stato portato avanti fino a quando almeno 1.630 pazienti non avessero sperimentato l’endpoint secondario principale.
Evolocumab
Evolocumab (Repatha) è un anticorpo monoclonale umano che inibisce la proproteina convertasi subtilisina/kexina tipo 9 (PCSK9). Il PCSK9 è una proteina deputata alla degradazione dei recettori LDL che, quindi, riduce la capacità del fegato di eliminare il C-LDL, il cosiddetto colesterolo “cattivo”, dal sangue. Evolocumab, sviluppato dai ricercatori Amgen, si lega alla proteina PCSK9 impedendole di legarsi a sua volta ai recettori delle LDL sulla membrana epatica. In assenza del PCSK9, sulla membrana epatica sono di conseguenza presenti più recettori delle LDL in grado di eliminare il C-LDL dal sangue.
Evolocumab è attualmente approvato in più di 50 Paesi, inclusi Stati Uniti, Giappone, Canada e in tutti i 28 Stati Membri dell’Unione Europea.