L’Agenzia Italiana del Farmaco ha concesso la rimborsabilità di afatinib, il primo inibitore sviluppato da Boehringer Ingelheim che blocca in modo irreversibile i recettori della famiglia ErbB, nell’indicazione di trattamento dei pazienti adulti con carcinoma polmonare non a piccole cellule, localmente avanzato o metastatico con mutazione del recettore del fattore di crescita dell’epidermide (EGFR), naïve agli inibitori tirosinchinasici di EGFR.
Afatinib agisce su EGFR e sugli altri componenti della famiglia ErbB, recettori che svolgono un ruolo importante nella crescita e nella diffusione di tumori con un elevato tasso di mortalità come il carcinoma polmonare.
Negli studi clinici, afatinib ha mostrato di ritardare in maniera significativa la progressione della malattia, oltre a migliorare i sintomi (es. dispnea, tosse, dolore toracico) e la qualità di vita dei pazienti. In particolare, in uno studio di confronto con la chemioterapia, emerge che pazienti con carcinoma polmonare con delezione dell’esone 19 del gene di EGFR, che hanno ricevuto afatinib come terapia di prima linea, sono vissuti oltre un anno in più rispetto a chi è stato trattato con chemioterapia standard, con una riduzione del rischio di morte del 41% (mediana di sopravvivenza complessiva pari a 33,3 mesi verso 21,1 mesi).
Afatinib aveva già ottenuto l’autorizzazione all’immissione in commercio da parte della Commissione Europea nel settembre 2013.
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