“Investire in salute per rilanciare l’economia”, è l’incontro al quale hanno partecipato il ministro della Salute, Beatrice Lorenzin, il direttore generale dell’Aifa, Luca Pani, e il governatore del Lazio, Nicola Zingaretti presso il sito produttivo Janssen di Latina, scelto come centro di produzione a livello mondiale del simeprevir il nuovo farmaco per l’Epatite C che ha dimostrato una percentuale di guarigione dal virus nel 90% dei casi mediante una terapia combinata orale senza interferone e che sarà disponibile in Italia entro la fine di febbraio. La produzione beneficerà di 80 milioni di euro in investimenti tra il 2016 e il 2021.
Il polo di Latina annovera investimenti per 100 milioni di euro, che hanno portato a un ampliamento di 3 mila metri quadrati, con un incremento dell’occupazione di circa 300 persone, arrivando agli attuali 650 collaboratori, oltre a 250 nell’indotto, e a un raddoppio della capacità produttiva, che è passata da 1,8 miliardi di compresse all’anno nel 2010, ai 4 miliardi nel 2015.
Gli investimenti puntano a rendere più efficiente lo stabilimento e a innalzare il livello tecnologico dei processi produttivi. Sono numeri che confermano quanto il distretto pontino con una spiccata vocazione all’export (solo il 15% di quanto prodotto è rivolto al mercato italiano, il resto è indirizzato a più di 100 Paesi tra cui Giappone e Stati Uniti, che è ormai il primo mercato estero di destinazione) rappresenti un esempio virtuoso nel panorama industriale nazionale e della Regione Lazio, posizionata al secondo posto dopo la Lombardia per numero di imprese e addetti e al primo posto in Italia per valore dell’export (la provincia di Latina con un export di 3.599 milioni di euro è prima sul totale della farmaceutica e del manifatturiero).
«Diversi sono i fattori che concorrono a rendere l’Italia un Paese competitivo e a richiamare investimenti, come nel caso dello stabilimento di Latina – ha dichiarato il presidente e amministratore delegato di Janssen Italia e presidente di Farmindustria Massimo Scaccabarozzi. – Si tratta di atout importanti che Janssen ha saputo cogliere e valorizzare, anche per la corrispondenza tra la cultura del lavoro di quest’area e il proprio impegno per l’innovazione, la crescita professionale dei collaboratori e l’attenzione alla sostenibilità ambientale. Ma se vogliamo favorire questa crescita sono necessarie azioni politiche incisive che vadano nella direzione di migliorare l’accesso ai nuovi farmaci, con il giusto riconoscimento ai nuovi farmaci innovativi, e al tempo stesso di rendere più efficienti le procedure, in modo da valorizzare la presenza industriale nel Paese. Infine va riconosciuto un approccio nuovo da parte delle Istituzioni – Governo e importanti Regioni – di maggiore attenzione e sensibilità verso le imprese del farmaco».