In un futuro non troppo lontano – si parla di 5-10 anni – potremo vaccinarci contro le principali malattie croniche che affliggono la società occidentale. Oltre a seguire uno stile di vita corretto privo di fumo, movimentato da una moderata attività fisica e caratterizzato da un’alimentazione sana, ricca di frutta e verdura e povera di proteine animali, avremo vaccini contro tumori, diabete, cardiopatie e anche contro l’Alzheimer.
Ad affermarlo è Rino Rappuoli (GSK Vaccines – Siena) intervenuto al 55° Simposio AFI, svoltosi nel mese di Giugno a Rimini.
Alla base di questi vaccini ci sono tecnologie innovative, basate sulla genomica e la reverse vaccinology. L’approccio è completamento diverso da quello classico, che prevedeva l’isolamento del batterio o virus responsabile della malattia, la sua inattivazione e quindi l’iniezione nel paziente per conferirgli l’immunità senza sviluppare la malattia associata.
Vaccini al contrario
Nella reverse vaccinology il primo passo del processo prevede la ricerca degli antigeni candidati sequenziando l’intero genoma di un agente patogeno. Successivamente le migliaia di geni codificati in tutta la sequenza di DNA vengono sottoposti a un’analisi molto sofisticata al computer per identificare le proteine che potrebbero essere utilizzate nel vaccino. Questo tipo di analisi è in grado di eliminare le proteine innocue e di concentrarsi su quelle secrete o espresse sulla superficie esterna del microbo e quindi facilmente riconoscibili dal sistema immunitario. Questa tecnica ha permesso lo sviluppo di vaccini impossibili da creare con le tecnologie precedenti, come quello contro il Meningococco B. Proprio per il suo valore altamente tecnologico, il vaccino contro il Meningococco B è stato insignito, lo scorso anno, del Premio Galeno Italia 2014 per l’Innovazione del Farmaco.
Cosa c’entra l’Alzheimer, il diabete o un tumore con la reverse vaccinology?
L’idea è quella di identificare caratteristiche, epitopi particolari e altamente specifici delle cellule coinvolte nelle malattie e utilizzarli per la stimolazione immunitaria. I vaccini al momento non sono ancora considerati un trattamento antitumorale standard, tuttavia sono diversi i tipi di vaccini antitumorali attualmente in studio, soprattutto nella prevenzione della recidiva di alcuni tipi di tumore al polmone e al seno.
Per approfondire
- Rino Rappuoli in questa videointervista spiega in che modo la reverse vaccinology in futuro ci consentirà di avere vaccini contro tumori, cardiopatie e malattie neurodegenerative e ci parla di un progetto dedicato ai Paesi in via di sviluppo.
- Su NCF avevamo parlato con Rino Rappuoli di reverse vaccinology a seguito dell’approvazione da parte di AIFA, nel giugno 2013, del vaccino contro il meningococco B sviluppato a Siena.
Leggi l’articolo: Meningococco B. È made in Italy in primo vaccino