Boehringer Ingelheim annuncia in un comunicato stampa di aver sostenuto un sondaggio internazionale tra oltre 400 pneumologi riguardo alla fibrosi polmonare idiopatica e ai diversi aspetti legati alla gestione di questa patologia come la difficoltà della diagnosi, l’orientamento nella scelta terapeutica, l’impatto sui pazienti.
Il sondaggio è stato condotto da Kantar Health con somministrazione online ad agosto 2015. Vi hanno partecipato in totale 416 pneumologi di 10 Paesi: Francia, Italia, Germania, Spagna, Regno Unito, Polonia, Svezia, Brasile, Canada e Giappone.
Secondo l’88% degli interpellati, il ritardo della diagnosi comporta conseguenze negative per chi è colpito da fibrosi polmonare idiopatica (IPF), mentre il 79% dichiara che il ritardo nella diagnosi ritarda l’avvio della terapia in grado di rallentare la progressione della malattia.
Il rallentamento della progressione della malattia è stato indicato come il maggior beneficio derivante dall’avvio della terapia alla diagnosi di IPF (81%) e la motivazione principale che guida i medici nella scelta della terapia farmacologica (78%). Al secondo posto tra le motivazioni che orientano la scelta terapeutica gli interpellati hanno indicato il miglioramento della qualità di vita del paziente (63%).
Oltre a rispondere in merito al loro approccio terapeutico, nel sondaggio è stato chiesto agli pneumologi di considerare l’IPF dal punto di vista del paziente, incluso l’impatto della malattia. Quando è stato chiesto loro di indicare ciò che è più importante che i pazienti sappiano in relazione all’IPF e al suo impatto, il 77% dei pneumologi interpellati ha risposto ‘sapere quali opzioni terapeutiche esistono per l’IPF’ e il 68% ‘sapere che l’IPF è imprevedibile e che le loro condizioni potrebbero cambiare improvvisamente in maniera inattesa’.
Per quanto riguarda l’impatto dell’IPF, gli aspetti considerati più rilevanti sono risultati: dispnea (54%), funzionalità polmonare (21%) e riacutizzazioni (13%). Al progredire dell’IPF, infatti, la funzionalità polmonare declina in maniera progressiva e irreversibile con conseguente aumento delle difficoltà respiratorie e riduzione della capacità dei polmoni di ossigenare in modo sufficiente gli organi vitali. Le riacutizzazioni, ossia il rapido peggioramento della funzionalità, respiratoria, rappresentano un rischio per tutti i pazienti con IPF e possono verificarsi in qualsiasi momento della malattia senza avvisaglie e senza che se ne conosca la causa. Le riacutizzazioni gravi influiscono sul decorso della malattia, portando spesso al decesso del paziente entro pochi mesi; per questa ragione sono un aspetto fondamentale tenuto in conto dagli pneumologi nello stabilire la terapia per la gestione dei loro pazienti con IPF.