Eugenio Santoro fa chiarezza su vantaggi e limiti dell’uso di Researchkit, una piattaforma che raccoglie dati sulla salute dallo smartphone, pensata per la ricerca
Pazienti che decidono in autonomia di far parte di uno studio clinico. Pazienti che inviano i propri dati da casa, usando il proprio smartphone. Migliaia di pazienti arruolati in tutto il mondo rapidissimamente. Non è un sogno né fantascienza. È la prospettiva di ResearchKit, una piattaforma software open source progettata da Apple (presto sarà disponibile una piattaforma anche per Android) per la ricerca medico-sanitaria.
L’obiettivo è quello di aiutare medici e ricercatore a raccogliere i dati che riguardano la salute raccolti dagli smartphone attraverso le applicazioni di HealthKit per Iphone, oppure apposite applicazioni ideate e sviluppate da parti terze o da enti e centri universitari appositamente per uno studio.
Quali dati
I dati riguardano l’esercizio fisico, il peso corporeo, i livelli di glucosio, le abitudini alimentari, la pressione arteriosa. Possono essere inseriti direttamente dal paziente attraverso la compilazione di questionari, oppure possono essere raccolti attraverso i sensori presenti sugli smartphone (sensori di movimento, riconoscimento facciale ecc.).
Quale ricerca
L’impiego di ResearchKit può rivelarsi utile negli studi osservazionali, e quindi non gli studi clinici, che cercano una relazione causa/effetto tra i dati raccolti (abitidudini di vita e alimentari, l’esercizio fisico, parametri come la glicemia o la pressione arteriosa) e lo sviluppo di alcun patologie, con l’obiettivo di generare delle ipotesi che poi dovranno essere valutate con appositi studi condotti in modo tradizionale. Può inoltre essere utile per lo screening e la diagnosi di precoce di alcune malattie, come il melanoma, l’autismo o il Parkinson.
Ecco qualche esempio:
AUTISMO: esiste una app che usa la videocamera di FaceTime dello smartphone e attraverso sofisticati algoritmi per il riconoscimento del volto consente di analizzare la reazione emotiva del bambino di fronte ad alcuni video.
PARKINSON: è già disponibile un’app che permette di misurare in modo preciso valori come la manuali, l’equilibrio, la memoria e l’andatura, ovvero tutte informazioni che possono aiutare i ricercatori ad avere una visione più chiara dei diversi sintomi del morbo di Parkinson.
TUMORE ALLA MAMMELLA: l’app SharetheJourney raccoglie dati sull’energia fisica, le abilità cognitive e l’umore per indagare gli effetti dei trattamenti chemioterapici. Lo studio potrebbe aiutare a comprendere come migliorare la qualità di vita di queste pazienti.
RISCHIO CARDIOVASCOLARE: l’app raccoglie dati sull’attività fisica e lo stile di vita dei pazienti per correlarli con il rischio di malattia cardiovascolare.
Pro e contro
I vantaggi associati all’impiego di questa piattaforma sotware sembrano essere numerosi, innanzitutto la rapidità di arruolamento dei pazienti nello studio, ma numerosi sono anche i limiti. Di questo ed anche di privacy e consenso informato abbiamo parlato con Eugenio Santoro (Istituto di Ricerca Farmacologiche Mario Negri, Milano) a margine del convegno “Ricerca indipendente in Italia nell’era del regolamento europeo 2017: quale evoluzione per un nuovo sviluppo?” organizzato da AFI.