L’analogo della somatostatina pasireotide riceve l’indicazione per l’acromegalia in Italia.
Pasireotide ha ricevuto anche in Italia l’indicazione per il trattamento dei pazienti con acromegalia nei quali l’intervento chirurgico sia non indicato o non risolutivo e non adeguatamente controllati con gli analoghi della somatostatina di prima generazione.
Pasireotide
È un analogo della somatostatina di seconda generazione già disponibile per il trattamento della malattia di Cushing.
Pasireotide (Signifor®) è un farmaco di Novartis che va somministrato per via intramuscolare una volta al mese.
Negli studi clinici si è dimostrato capace di:
- normalizzare i parametri biochimici,
- migliorare i sintomi e la qualità della vita,
- ridurre il volume del tumore.
La peculiarità di pasireotide è la sua elevata affinità di legame per i recettori della somatostatina:
- sst2 alla stregua dei vecchi analoghi,
- sst3, con impatto nella riduzione della massa tumorale,
- sst5 presente sugli adenomi ipofisari del tipo che causa l’acromegalia.
L’efficacia di pasireotide è stata valutata in due studi clinici:
- uno studio “testa a testa” nel quale pasireotide è stato confrontato con octreotide. Questo studio è stato disegnato per i pazienti mai trattati prima con farmaci. I risultati hanno dimostrato a maggiore efficacia di pasireotide rispetto a octreotide;
- studio PAOLA condotto in pazienti non controllati dai vecchi analoghi (octreotide e lanreotide). Lo studio ha confermato la maggiore efficacia di pasireotide rispetto a questi due trattamenti.
Il trattamento dell’acromegalia
La diagnosi precoce è fondamentale per avviare il prima possibile il trattamento dell’acromegalia. È così possibile prevenire le modificazioni ossee irreversibili e le gravi complicanze, in particolare quelle cardiovascolari. Ma in genere trascorrono circa 8 anni dall’insorgenza dei primi sintomi alla diagnosi.
Per la maggior parte dei pazienti si fa ricorso all’intervento chirurgico per asportare il tumore.
Le terapie farmacologiche vengono utilizzate per controllare i valori di GH e IGF-1, migliorare la sintomatologia e ridurre le complicanze.
«L’acromegalia non controllata comporta un significativo aumento della mortalità. Un dato drammatico se consideriamo che fino ad oggi potevamo raggiungere il controllo entro il primo anno solo in circa la metà dei pazienti – osserva Annamaria Colao, professore ordinario di Endocrinologia all’Università degli Studi “Federico II” di Napoli – adesso, grazie a pasireotide, il farmaco più simile alla somatostatina naturale, e al suo innovativo meccanismo d’azione, riusciremo a tenere sotto controllo circa il 30% dei pazienti in più».
«Lo scenario delle opzioni terapeutiche per il trattamento delle patologie rare si sta ampliando e una nuova importante opportunità si apre per i pazienti affetti da acromegalia – dichiara Andrea Lenzi, presidente della SIE, Società Italiana di Endocrinologia – grazie alla nuova indicazione, pasireotide potrà essere utilizzato come nuovo trattamento ad azione diretta sull’ipofisi. Pasireotide è una pietra miliare perché consente di gestire con efficacia la malattia acromegalica, con un buon profilo di sicurezza e maneggevolezza, e offre a noi endocrinologi l’opportunità di trattare gli acromegalici fino ad oggi non controllati».
«L’avvento di pasireotide rappresenta un salto di qualità importante nella gestione della malattia acromegalica in quanto ci permetterà di trattare una quota rilevante dei pazienti che non sono efficacemente controllati con i farmaci in uso» osserva Andrea Giustina, professore ordinario di Endocrinologia all’Università degli Studi di Brescia. «È auspicabile l’inserimento di pasireotide nelle Linee Guida per la gestione dell’acromegalia quale farmaco di seconda linea indicato nei pazienti non controllati con gli analoghi di prima generazione».