Secondo i dati del Rapporto OsMed 2015 presentato dall’AIFA, nel 2015 la spesa farmaceutica totale ha registrato un balzo in avanti dell’8,6%, attestandosi a quota 28,9 miliardi di euro (il 76% coperto dal Ssn). Complice ovviamente l’entrata sul mercato italiano dei farmaci anti epatite C che da soli contano 1,7 miliardi ovvero il 7,8% della spesa farmaceutica. E così se lo scorso anno per la prima volta i farmaci oncologici avevo superato, in termini di spesa, quelli cardiovascolari, quest’anno il primato lo hanno ottenuto gli antimicrobici.
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Come ha spiegato Luca Pani, direttore generale AIFA, «fino ad ora abbiamo trattato oltre 49 mila pazienti. Secondo le stime l’Italia dovrebbe riuscire a trattare tutti i casi più gravi prima del 2020 e solo successivamente sarà in grado di estendere il trattamento anche ai pazienti che ora non rientrano nei criteri d’inclusione». Il 60% dei trattamenti è stato coperto da Lombardia, Campania, Puglia, Lazio e Sicilia.
Il picco di crescita della spesa farmaceutica continuerà anche nei prossimi anni. Secondo alcune proiezioni che Pani ha mostrato durante la conferenza, le stime parlano di un incremento annuo, per i prossimi dieci anni, di due miliardi di euro.
Al centro del rapporto l’aderenza terapeutica e l’appropriatezza prescrittiva con una novità: la declinazione degli indici di appropriatezza prescrittiva su base regionale.
«Uno strumento – ha spiegato Gianluigi Russo, coordinatore Area strategia e politiche del farmaco, durante la presentazione alla stampa – che potrà essere d’aiuto per le regioni per migliorarsi». Si confermano infatti significative le differenze regionali di consumo della spesa per categoria terapeutica con il Lazio, seguito da Puglia e Sardegna, che registra i maggiori consumi in regime di assistenza convenzionata.
Categorie più prescritte
Dal rapporto Osmed arrivano dati incoraggianti per quanto riguarda l’impiego di antibiotici, per i quali è calato sia il consumo del -2,7% che la spesa del -3,2%.
Tra le categorie più consumate troviamo al primo posto i cardiovascolari, seguiti dai farmaci dell’apparato gastrointestinale e metabolismo, dai farmaci del sangue e organi emopoietici e da quelli del SNC.
Medicinali a brevetto scaduto
Il 69,8% delle dosi consumate ogni giorno è costituita da medicinali a brevetto scaduto, che rappresentano anche il 21,4% della spesa pubblica. Si è inoltre registrato un aumento dell’uso dei biosimilari, che ha portato effetti positivi sulla spesa, in particolar modo le epoetine, +48,0% rispetto al 2014 e la somatropina, +21,5%.
«Bisogna però ricordarsi – spiega Pani – che il mercato generico vedrà un calo nel prossimo futuro». L’Italia è al terzo posto in Europa dopo Grecia e Irlanda, in termini di spesa per farmaci che hanno goduto della copertura brevettuale.
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