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Una review sistematica sullo sviluppo clinico dei farmaci biosimilari, e l’editoriale che l’accompagna, descrivono le sfide e le strategie per garantire un rapido accesso alle cure da parte del paziente unite alla sicurezza dei farmaciGli ultimi decenni hanno visto l’affermarsi dei farmaci biologici e biosimilari, molecole molto complesse che richiedono percorsi di sviluppo e regolatori molto diversi e assai più complessi rispetto alle più tradizionali molecole di sintesi chimica.

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Una review sistematica sugli studi clinici perl’approvazione dei farmaci biosimilari è stata pubblicata sul British Journal of Clinical Pharmacology

Lo sviluppo clinico dei biosimilari

Le strategie di sviluppo clinico finalizzate all’approvazione regolatoria dei farmaci biosimilari sono state investigate dai ricercatori dell’Università di Vienna guidati da Bernd Jilma, che hanno condotto una review sistematica dei clinical trial usati per ottenere da parte di EMA l’autorizzazione all’immissione in commercio in Europa. Sono attualmente 21 i prodotti di questa categoria, repliche generiche di sette diversi farmaci biologici autorizzate a partire dal 2006. I risultati sono stati pubblicati sul British Journal of Clinical Pharmacology.

Sono stati pubblicati molti articoli che descrivono la normativa e le linee guida per il percorso di approvazione in Europa; tuttavia, non era chiaro come questi regolamenti sono stati messi in pratica. Il nostro lavoro chiude questo gap presentando i risultati della comparazione sistematica di tutti i programmi di sviluppo clinico di biosimilari che sono stati approvati dall’EMA, offrendo quindi una visione sull’implementazione nella pratica delle norme sui biosimilari”, ha dichiarato Jilma.

Lo studio ha utilizzato gli European public assessment reports (EPARs) pubblicati dall’Agenzia europea dei medicinali. Tra gli elementi presi in considerazione dai ricercatori austriaci vi sono il numero di pazienti arruolati, il numero degli studi e il loro disegno, gli endpoint scelti, i margini di equivalenza per la farmacocinetica e la farmacodinamica e gli studi di fase 3.

L’analisi ha permesso di evidenziare un’elevata variabilità delle strategie di sviluppo clinico, in parte spiegabile sulla base delle diverse caratteristiche dei prodotti testati. In alcuni casi, però, le strategie usate per biosimilari dello stesso reference product sono risultati essere non comparabili. La review riporta ad esempio il caso di sponsor che hanno deciso di focalizzare l’attenzione sull’attività del biosimilare all’interno dell’organismo, mentre altri hanno puntato ai risultati di fase 3 su pazienti affetti dalla malattia target. “Abbiamo concluso che i dettagli dei programmi di sviluppo sono negoziabili con l’EMA, e che le aziende produttrici di biosimilari dispongono di una certa flessibilità nel decidere quale sia il modo migliore per provare la biosimilarità”, ha commentato il coordinatore dello studio, che evidenzia anche come le informazioni sul processo di approvazione siano rese disponibili al pubblico da parte di EMA. Un fattore importante per permettere anche a medici e pazienti di meglio valutare i profili di sicurezza ed efficacia dei diversi biosimilari.

Il punto di vista del regolatore

Le agenzie regolatorie, dal canto loro, sono chiamate a uno sforzo per assicurare un approccio flessibile a supporto dell’innovazione che permetta, da un lato, di garantire il rapido accesso alle nuove terapie salvaguardando, dall’altro, la vigilanza e il monitoraggio sui rischi e i benefici. Lo scrivono nel loro editoriale di accompagnamento alla review sistematica i due rappresentanti della Medicines and Healthcare Products Regulatory Agency (MHRA) britannica, Natalie Richards and Ian Hudson.

L’ambiente regolatorio è in rapida evoluzione in risposta ai cambiamenti, scrivono i due esperti. Le numerose sfide in tema di farmaci, dispositivi medici e prodotti borderline che le agenzie regolatorie si trovano a fronteggiare sono anche legate alla globalizzazione e all’avanzata delle tecnologie digitali e di internet e al loro impatto sulla società.

Tra le iniziative volte ad avvicinare i produttori di farmaci e le agenzie regolatorie, l’editoriale cita l’Innovation Office istituito in Gran Bretagna, la semplificazione del regolamento europeo sugli studi clinici e la possibilità di far giungere più velocemente al paziente i farmaci innovativi grazie allo Early Access to Medicines Scheme, al Prime e all’ Adaptive Pathways.