I risultati dello studio di farmaco economia sulle infezioni correlate ai siti degli accessi vascolari sono stai presentati a Pisa. In questa occasione 3M Italia ha portato in questa città la Campagna “3 a 0” contro le infezioni.
Lo studio dimostra che queste infezioni ospedaliere potrebbero diminuire del 60% grazie a comportamenti corretti e a una medicazione antimicrobica a protezione dell’accesso del catetere. Questo si tradurrebbe in 1700 giorni/anno in meno con un risparmio per il SSN di circa 15 milioni di euro.
Nella regione Toscana, questa medicazione viene utilizzata sull’80% dei pazienti in Terapia intensiva (vs il 10% a livello nazionale).
Ogni anno si verificano in Italia 450-700 mila infezioni in pazienti ricoverati in ospedale (Fonte: Epicentro) con un peso considerevole sui costi della sanità e sulla salute dei pazienti. È un numero ancora molto alto per un fenomeno che potrebbe essere, almeno in parte, evitato.
L’implementazione di una adeguata strategia di comportamenti e di strumenti (bundle) porterebbe:
- diminuzione del 60% delle infezioni del sangue legate alla presenza di un catetere (che fanno parte delle infezioni correlate all’assistenza),
- risparmio per il Sistema Sanitario Nazionale di circa 15 milioni di euro,
- 1700 giorni di ricovero in meno l’anno.
È quanto emerge da uno studio valutazione di impatto sul budget del sistema sanitario realizzato dal Gruppo interdisciplinare Azienda Sanitaria Firenze/Università degli Studi di Milano. Il risparmio potrebbe essere a maggior ragione ancora più rilevante se si considera che lo studio ha preso in esame un singolo aspetto della strategia di prevenzione ovvero l’impiego di un “cerotto” a protezione dell’accesso del catetere: si tratta di una medicazione antimicrobica trasparente (Tegaderm CHG prodotta da 3M) che è in grado di ridurre l’incidenza delle infezioni primarie del sangue.
«Le infezioni connesse all’assistenza occupano una posizione delicata nell’ambito dell’incidenza degli eventi avversi in sanità, che spesso sono correlati a comportamenti clinico-assistenziali non idonei da parte degli operatori sanitari e a criticità sistemiche in ambito dei deficit organizzativi» – spiega Francesco Venneri, Clinical Risk Manager, direttore S.O.S. Rischio Clinico e Sicurezza del Paziente Azienda USL Toscana Centro.
«Come emerge da questo studio, la scelta nell’utilizzo dei dispositivi medici, in particolare delle medicazioni che sono ben delineate nel bundle di adesione alla best practice, è fondamentale per la prevenzione delle infezioni degli accessi vascolari; gli studi evidenziano come una buona adesione ai bundle da parte degli operatori e l’impiego di dispositivi idonei possa incidere sulla riduzione di eventi infettivi in sedi di accesso di dispositivi vascolari. È quindi fondamentale che il Clinical Risk Manager ed il management sanitario lavorino in sinergia per assicurare qualità e sicurezza delle cure ai cittadini e porre anche gli operatori sanitari in condizioni di essere compliant e aderenti alle buone pratiche clinico-assistenziali. Si tratta di un dovere etico, morale, deontologico e sociale che non possiamo trascurare» – continua Francesco Venneri.
Lo studio di farmaco economia sulle infezioni correlate ai siti degli accessi vascolari
Lo studio è stato realizzato dal Gruppo interdisciplinare di Francesco Venneri, Risk Manager Azienda Sanitaria Firenze, e Carlotta Galeone dell’Università degli Studi di Milano. Ha preso in esame i pazienti critici nelle Unità di Terapia Intensiva (UTI) e l’incidenza delle infezioni correlate ai siti degli accessi vascolari. Considerando lo specifico contesto clinico delle UTI in Italia, è stato analizzato come una adeguata strategia di comportamenti e di strumenti (bundle) possa favorire il contenimento della spesa sanitaria.
In particolare, è stato considerato un singolo aspetto della strategia di prevenzione, ovvero l’utilizzo di un cerotto a protezione dell’accesso del catetere (Tegaderm CHG prodotta da 3M) che è in grado di ridurre l’incidenza delle infezioni primarie del sangue.
Lo studio valuta l’impatto sul budget del Sistema Sanitario Nazionale dell’estensione dell’uso di una medicazione antimicrobica a tutti i pazienti adulti in terapia intensiva per più di 24 ore in sostituzione di una medicazione standard (non antimicrobica).
Nonostante il costo superiore della medicazione antimicrobica rispetto auna medicazione standard, si calcola che se il cerotto venisse utilizzato su tutti i pazienti seguiti nelle UTI in Italia sarebbe possibile prevenire circa il 60% delle infezioni ed evitare circa 1700 giorni di ricovero all’anno, dando luogo ad un potenziale risparmio per il SSN complessivamente pari a circa 15mln di euro.
Nello studio è stato considerato che il numero di questi ricoveri è stimato in circa 143.000 unità (stime degli autori dello studio su dati Ministero della Salute 2014 e GiViTi 2014). L’incidenza in Italia delle infezioni del sangue catetere-correlate (CR-BSI) è pari all’1,8 per mille giorni catetere (Rapporto Progetto PROSAFE. Anno 2014, GiViTi).
Si stima, inoltre, che i pazienti che contraggono questo tipo di infezione restino in ospedale oltre 8 giorni in più. Il conseguente aumento dei costi sanitari diretti stimato è di oltre 9.000€.
Il caso della Regione Toscana nella lotta alle infezioni catetere correlate
La Regione Toscana è particolarmente virtuosa e all’avanguardia nella lotta alle infezioni ospedaliere, come dimostrato da un tasso di infezione inferiore alla media italiana. In Toscan, la diffusione della medicazione antimicrobica nelle UTI risulta attualmente pari all’80% rispetto al 10% registrato a livello nazionale.
Particolare attenzione al tema e quindi al Targeting Zero è dimostrata dalla costituzione, all’interno dell’Azienda Ospedaliero-Universitaria Pisana, di un team dedicato agli accessi vascolari. Il team è composto da medici e infermieri specializzati e prende in carico il paziente nel medio e lungo termine.
«Un Team Aziendale dedicato agli accessi vascolari (TAV) – spiega Adriana Paolicchi, responsabile SD Anestesia e Terapia del Dolore – permette di centralizzare le attività di posizionamento e gestione degli accessi vascolari a media e lunga permanenza garantendo un’offerta coordinata, razionale e ottimale sotto gli aspetti tecnologici, economici ed educazionali. Avere un team aziendale dedicato permette di lavorare in un’ottica di proactive vascular planning, quindi di personalizzare la scelta del device vascolare in base alle esigenze diagnostico-terapeutiche del paziente, migliorando in tal modo il rapporto costo-efficacia e la sicurezza del paziente nelle fasi pre- e post-impianto».
Prevenzione delle infezioni: il ruolo della formazione
Ma essere in possesso del device giusto non basta: la formazione svolta sia all’interno del team sia nei reparti dell’ospedale sia nel territorio, è fondamentale. Nel caso dell’Azienda Ospedaliero Universitaria Pisana è stato già realizzato un primo progetto “on the job” rivolto al personale interno.
«Crediamo molto nella formazione – conclude Adriana Paolicchi – in particolare per garantire l’appropriatezza nella scelta e nella gestione del catetere. Questo al fine di ridurre le complicanze infettive e trombotiche».
La Campagna 3M “3 a 0” per combattere le infezioni del sangue catetere correlate
Molto impegnata nella divulgazione della buone pratiche per combatte le infezioni del sangue catetere correlate è 3M, azienda leader nell’innovazione e nella tecnologia.
3M ha raccolto a Pisa i rappresentanti di 16 Ospedali provenienti da tutto il Centro-Nord per firmare la Carta “Targeting Zero”. Si tratta di una dichiarazione di intenti in cui si sono impegnati formalmente ad attuare le buone pratiche per azzerare le infezioni nell’attività quotidiana.
La Campagna denominata “3 a 0” si è aperta a Vicenza, ha fatto tappa a Roma e si è conclusa a Pisa. Ha visto il coinvolgimento di 60 strutture sul territorio nazionale.
La Campagna di educazione divulgazione, promossa da 3M, era iniziata nel 2016 con il coinvolgimento di 14 strutture sanitarie. Queste hanno firmato la carta e hanno concretizzato il loro impegno attraverso l’adozione di:
- protocolli,
- attività di formazione,
- strumenti di misurazione.
Questi hanno consentito di raggiungere l’obiettivo di formare un numero sempre maggiore di operatori e di aumentarne la sensibilizzazione all’argomento.
«In 3M crediamo che un mondo senza infezioni sia possibile. Siamo convinti che questo sia anche una nostra responsabilità – Patrizio Galletta, 3M Italia Country Business Leader Health Care. – Per questo rinnoviamo il nostro impegno attraverso la firma congiunta della carta “Targeting Zero” per favorire l’attuazione delle buone pratiche per azzerare le infezioni nell’attività quotidiana. In quanto membri della Comunità Scientifica e rappresentanti dell’Industria, crediamo che i pazienti abbiano diritto alla migliore prevenzione possibile delle infezioni catetere-correlate e all’equità di trattamento in qualsiasi struttura sanitaria decidano di recarsi. Con la firma della carta vogliamo contribuire in modo efficace alla sostenibilità del nostro Sistema Sanitario Nazionale che beneficerebbe così di una minore spesa pubblica derivante dalle infezioni».
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