I tempi sembrano essere davvero maturi per l’entrata dell’intelligenza artificiale nelle aziende, grazie alla crescente disponibilità di applicazioni dell’Internet of things, delle blockchain e delle capacità informatiche per analizzare la enormi quantità di big data così generate. Ma non solo: il futuro potrebbe essere sempre più appannaggio di algoritmi dotati di creatività, in grado anche di scrivere musica e brevetti, e non solo testi. Il quadro delineato dal rapporto “La business evolution strategy dell’intelligenza artificiale” di Casaleggio Associati (scaricalo qui) segnala come al momento questo tipo di competenze debba ancora crescere di molto in Europa e Italia per far si che le aziende del Vecchio Continente possano mantenere il loro valore competitivo negli scenari globali. La stima degli analisti milanesi è che l’intelligenza artificiale possa avere un impatto pari allo 0,8% della crescita annua del valore aggiunto lordo delle imprese italiane, quasi raddoppiandola (da 1% a circa 1,8%), per un totale di circa 200 miliardi di euro/anno.
Un mercato in rapida crescita
Il 2017 si è chiuso, secondo i dati del rapporto, con un mercato AI di 18,3 miliardi di dollari a livello globale e con una previsione di raddoppiare il tasso di crescita delle economie avanzate entro il 2035. L’adozione delle tecnologie AI dovrebbe anche migliorare la produttività del lavoro, in Italia di circa il 12%, rispetto al 20% della Francia, il 35% degli Usa, il 36% della Finlandia e il 37% della Svezia. Il gap da colmare da parte del Belpaese richiede secondo gli analisti investimenti in termini di infrastrutture tecnologiche, supporto legislativo all’innovazione e disponibilità di finanziamento pubblico e privato per l’innovazione digitale.
Tre livelli di complessità crescente
Secondo il rapporto, l’impiego delle tecnologie di intelligenza artificiale può venire suddiviso in tre diverse categorie a impatto diverso:
- l’Automazione si riferisce all’esecuzione di semplici attività in modo previsto e strutturato in anticipo, e comporta un risparmio di tempo (e quindi di costi) rispetto all’esecuzione umana;
- l’Interpretazione riguarda l’analisi di grandi quantità d’informazioni non strutturate (i big data) in modo da creare nuove forme di conoscenza prima non disponibili;
- le Previsioni implicano un’analisi di tale conoscenza finalizzata alla previsione di eventi e scenari futuri
Casaleggio Associati ipotizza che entro fine 2018 le funzioni di AI cognitiva saranno entrate in almeno il tre quarti delle aziende come singola applicazione, mentre entro il 2019 l’AI rappresenterà il supporto di almeno il 40% delle iniziative di trasformazioni digitale. Sono ipotizzati tre diversi livelli di adozione, sulla base dei diversi obiettivi generali della strategia aziendale:
- l’ottimizzazione dei processi attuali;
- la creazione di nuovi servizi per l’azienda e i suoi clienti;
- la sostituzione di una funzione aziendale.
I campi di applicazione
I settori che trattano la maggior quantità di dati sono quelli potenzialmente più interessati dalla rivoluzione digitale alle porte: sanità, automotive, servizi finanziari, logistica, comunicazioni, retail, manifatturiero.
Le applicazioni aziendali della AI sono innumerevoli e spaziano dalla possibilità di interagire in modo automatizzato con il cliente sulla base di alberi di conoscenza preconfezionati e l’invio di risposte e-mail automatiche o la relazione con robot umanoidi, a quella di smistamento delle richieste a supporto del personale umano più qualificato (smart routing) o di supporto automatizzato di accesso alla conoscenza aziendale.
La applicazione AI possono anche aiutare a migliorare i contenuti proposti al cliente, spiegano gli analisti di Casaleggio Associati, riuscendo anche ad anticipare i motivi del prossimo contatto o, nell’ambito del marketing, anticipando i bisogni e aiutando la scelta del prodotto da parte del cliente attraverso la proposizione di quello che appare più appropriato rispetto al target o configurandone uno “su-misura”. Anche l’ottimizzazione dei messaggi pubblicitari e di comunicazione aziendale non sfugge a questo tipo di personalizzazione, e consente di ottimizzare gli investimenti pubblicitari online e il content management, standardizzando e verificando i contenuti rispetto agli standard aziendali e personalizzando in modo massivo le campagne e-mail.
Anche sul fronte del monitoraggio della clientela e della concorrenza le applicazioni di intelligenza artificiale si possono rivelare un prezioso aiuto, spiega il rapporto, in quanto facilitano la verifica della soddisfazione del cliente e la definizione del prezzo corretto e supportano l’attività degli agenti sul territorio grazie alla lead generation e alla profilazione del cliente, al suggerimento dei comportamenti, delle risposte e delle azioni da tenere nel corso dell’interazione, fino alla conduzione di contrattazioni automatizzate e alla creazione delle metriche di vendita.
In sede di organizzazione aziendale il ricorso all’analisi AI dei curriculum è già oggi una prassi comune in molte aziende per la prima scrematura dei cv ricevuti in seguito a una ricerca di personale. Altre applicazioni suggerite dal rapporto riguardano l’organizzazione più efficiente dei processi, una migliore analisi delle clausole legali dei contratti, la possibilità di adeguare tipologia a linguaggio delle comunicazioni e-mail rispetto allo specifico destinatario, la traduzione di dati strutturati in linguaggio naturale il supporto alle attività di decision making.
Anche le attività di ricerca e sviluppo dei nuovi prodotti non sono esenti dal supporto dell’intelligenza artificiale: per gli esperti di Casaleggio Associati essa può contribuire sia alle fasi di ideazione che di identificazione di nuove aree d’intervento in base alle esigenze del mercato