In occasione della Giornata Mondiale della sclerosi multipla (SM), che si celebra il 25 maggio, la Società Italiana di Neurologia sottolinea i progressi della ricerca scientifica nella SM: dagli ultimi studi sono emersi risultati importanti nella scoperta di terapie per le forme primariamente progressive della malattia che, fino a oggi, non potevano essere curate.
«Il 2016 – afferma Giancarlo Comi, direttore dipartimento neurologico e istituto di neurologia sperimentale, Università Vita-Salute San Raffaele, Ospedale San Raffaele di Milano – si prospetta come un anno di svolta nella sclerosi multipla: le associazioni di pazienti di numerose nazioni stanno concentrando gli sforzi in un’importante iniziativa mondiale che mi vede come co-coordinatore, la Progressive MS Alliance (PMSA), con l’obiettivo di accelerare il processo di conoscenze sulle caratteristiche patogenetiche della forma progressiva della sclerosi multipla al fine di sviluppare nuove ed efficaci terapie. A tal proposito, sono stati presentati recentemente i risultati di ocrelizumab, il primo farmaco in grado di ridurre significativamente il rischio di evoluzione della disabilità nelle forme primariamente progressive della patologia; buoni anche i risultati dello studio in fase II di biotina, altro farmaco che fa ben sperare nelle forme primarie».
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