Il rapport Istat "Innovazione nelle imprese, 2012-2014" aggiorna la fotografia della capacità innovativa del Belpaese (credits: Istat, "Innovazione nelle imprese, 2012-2014")

L’innovazione è il cuore dell’industria del farmaco, che non a caso figura tra i comparti più innovativi individuati dal nuovo rapporto Istat “L’innovazione nelle imprese, 2012-2014” e conquista la posizione di leadership per quanto riguarda la spesa in innovazione per addetto, con 20mila euro spesi a persona nel 2014. Il mondo della ricerca scientifica e sviluppo stacca nettamente tutti gli altri settori, con 82.700 € spesi in innovazione per addetto, davanti alle altre attività professionali, scientifiche e tecnologiche (13.900€) e alla produzione di software e consulenza informatica (12.100€)

Il rapport Istat "Innovazione nelle imprese, 2012-2014" aggiorna la fotografia della capacità innovativa del Belpaese (credits: Istat, "Innovazione nelle imprese, 2012-2014")
Il rapport Istat “Innovazione nelle imprese, 2012-2014” aggiorna la fotografia della capacità innovativa del Belpaese (credits: Istat, “Innovazione nelle imprese, 2012-2014”)

Il Nord fa ancora la parte del leone per quanto riguarda la capacità innovativa, con i due terzi delle imprese innovative localizzate in sole cinque regioni (Lombardia, Piemonte, Veneto, Emilia Romagna e Lazio). Le stesse cinque regioni, segnala ancora Istat, contribuiscono da sole ai tre quarti della spesa nazionale per l’innovazione. Poco meno della metà (44,6%) delle imprese italiane con 10 o più addetti ha svolto nel triennio 2012-2014 attività volte a introdurre innovazione di prodotto o di processo: un dato in forte calo (-7,3%) rispetto alla precedente rilevazione (2010-2012), che l’Istat imputa soprattutto alla riduzione degli investimenti in innovazioni organizzative e di marketing. Anche le piccole imprese appaiono in difficoltà (-8%), molto più rispetto a quelle di medie dimensioni (-3,9%); solo la grande industria è riuscita a mantenere nel triennio un trend seppur debolmente positivo (+0,8%). In calo è anche il dato delle imprese innovatrici in senso stretto, che investono tutta la propria competitività sul miglioramento di processo e prodotto (31,9% vs il 35,5% della rilevazione precedente). Un elemento importante emerso dall’esame dei dati è l’integrazione tra tipi diversi di pratiche d’innovazione: lo sviluppo di nuovi prodotti o processi congiuntamente a novità organizzative e di marketing è stato perseguito dal 45,6% delle imprese innovative, mentre il 46,5% di quelle innovatrici in senso stretto hanno puntato su miglioramenti sia dei processi che dei prodotti.

Gli investimenti in innovazione di prodotto o processo sono ammontati nel 2014 a un totale a 23,2 miliardi di euro, un dato in diminuzione del 4,3% rispetto al valore del 2012. Le attività di R&D contano per circa la metà della spesa complessiva. La spesa media per addetto sostenuta per attività innovative di prodotto o processo è stata in media di 6.200 €, valore che sale fino a 8mila € nel settore industriale e a 9mila per le grandi imprese. La classifica della spesa in innovazione per tipologia di attività svolta e attività economica per il 2014 colloca l’industria farmaceutica al quarto posto, dietro le attività estrattive, l’automotive e l’industria dell’elettronica ed informatica. Il 72,3% della spesa in innovazione sostenuta dal comparto farmaceutico è stata destinata ad attività di ricerca e sviluppo, il 17, 2% ad investimenti materiali e il 10,0% ad altri investimenti immateriali.

In aumento, secondo i dati del rapporto Istat, è il ricorso delle imprese innovatrici agli incentivi pubblici, che sono saliti al 23,6% per il triennio 2012-2014 rispetto al 20,7% del precedente periodo rilevato. Passi avanti sono segnalati nella capacità d’innovare attraverso la cooperazione con altri soggetti, un dato che si è attestato al 19,8% delle imprese rispetto al precedente 12,5%.