La combinazione sofosbuvir/velpatasvir per l’epatite C disponibile in Italia dal 15 maggio 2017 è il primo regime in singola compressa giornaliera efficace contro tutti i genotipi dell’HCV.
La nuova terapia, che combina i principi attivi sofosbuvir e velpatasvir, è stata ammessa alla rimborsabilità dall’Agenzia Italiana del Farmaco. La relativa determina è stata pubblicata il 26 aprile 2017 in Gazzetta Ufficiale. In conseguenza, a partire dal 15 maggio 2017, i pazienti italiani possono usufruire in concreto del nuovo trattamento di Gilead.
«I farmaci antivirali ad azione diretta, di cui sofosbuvir è stato il capostipite, sono la terapia rivoluzionaria nella cura dell’epatite C perché permettono di svincolarsi dall’utilizzo dell’interferone, che era risolutivo soltanto nel 50% dei casi. Grazie a tali terapie, si può guarire un maggior numero di pazienti, con effetti collaterali minori ed efficacia più elevata.» – spiega Stefano Fagiuoli, direttore Unità Complessa di Gastroenterologia, Epatologia e Trapiantologia, ASST Papa Giovanni XXIII, Bergamo.
«In particolare, la nuova combinazione di sofosbuvir con velpatasvir (pangenotipico), da poco disponibile anche in Italia, rappresenta un’importante innovazione terapeutica perché agisce su tutti i genotipi del virus. È efficace infatti nel 99% dei casi nei genotipi 1, 2 e 4, nel 95% dei pazienti con genotipo 3» – aggiunge Stefano Fagiuoli.
Sofosbuvir/velpatasvir ha dimostrato di essere efficace in 12 settimane, dimezzando i tempi di terapia rispetto agli antivirali ad azione diretta (DAA) di prima generazione utilizzati fino adesso in pazienti con patologia avanzata. Il nuovo regime pangenotipico consente di iniziare a trattare i pazienti in tempi brevi. Fino a oggi, infatti, i pazienti dovevano essere sottoposti a diversi test prima di iniziare la terapia. Durante il trattamento dovevano inoltre essere controllati con sistemi di monitoraggio. L’introduzione dello schema pangenotipico semplifica questa routine.
La combinazione sofosbuvir e velpatasvir per 12 settimane è stata autorizzata per i pazienti senza cirrosi o con cirrosi compensata e in combinazione con ribavirina per i pazienti con cirrosi scompensata. Sofosbuvir/velpatasvir è anche il primo regime a singola compressa approvato per il trattamento dei pazienti con genotipo 2 e 3, senza l’ausilio di ribavirina.
Infine, l’introduzione di uno schema che agisce su tutti i genotipi permetterà di abbattere il problema delle resistenze, il fenomeno per cui i virus acquisiscono la capacità di sfuggire all’azione dei farmaci.
«Il nuovo pangenotipico consente al medico di trattare tutti i tipi di pazienti nelle diverse fasi della malattia, con straordinaria efficacia in quelli con malattia avanzata – conclude Fagiuoli. – Inoltre è l’unica terapia che è stata utilizzata con ottimi risultati nei pazienti post-trapianto».
«Il nuovo farmaco pangenotipico semplificherà ulteriormente gli attuali schemi terapeutici ed è certamente interessante per la sua “maneggevolezza”, caratteristiche sicuramente apprezzate da medici e pazienti: è un contributo concreto all’eliminazione dell’epatite C nel nostro Paese» – dichiara Ivan Gardini, presidente di EpaC Onlus.
Sofosbuvir/velpatasvir per l’epatite C
L’associazione di velpatasvir e sofosbuvir rappresenta il primo e unico regime a dosaggio fisso in grado di garantire tassi elevati di risposta virologica dopo un trattamento di 12 settimane nei pazienti con tutti i genotipi di HCV. Quindi la combinazione sofosbuvir/velpatasvir può essere usata a prescindere da una previa verifica dello specifico genotipo di infezione contratta dal singolo paziente.
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