Sono già arrivati nuovi farmaci per le MICI e altri ne arriveranno nei prossimi 3-5 anni, sia biologici sia piccole molecole, che offriranno più soluzioni per i pazienti.
«A noi specialisti spetterà il compito di identificare biomarker che permettano di personalizzare la terapia sul singolo paziente. Fino ad ora abbiamo valutato le opzioni terapeutiche in base alla gravità e al fenotipo della malattia, mentre per il futuro auspichiamo di valutarle anche a livello biologico e molecolare su ogni particolare tipo di paziente» – dichiara Alessandro Armuzzi, Segretario Generale IG-IBD.
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Durante il X Congresso IG-IBD (Riccione 28-30 novembre 2019) gli specialisti hanno presentato progetti di approcci innovativi e di linee guida per l’uso dei farmaci biotecnologici e delle piccole molecole disponibili per le MICI e hanno evidenziato come la combinazione di diversi farmaci nello stesso paziente possa determinare una maggiore efficacia.
«Aumentate le opzioni terapeutiche, riteniamo necessario redigere delle Linee Guida su l’utilizzo dei farmaci biotecnologici e delle piccole molecole. Abbiamo appena iniziato a lavorarci e speriamo nell’arco di uno o due anni di produrre indicazioni aggiornatissime, utili per le scelte del nostro Sistema Sanitario Nazionale» – aggiunge Alessandro Armuzzi, Segretario Generale IG-IBD.
La produzione delle nuove linee guida per l’uso dei farmaci per le IBD
Le malattie infiammatorie croniche intestinali (MICI, secondo l’acronimo italiano, o IBD – Inflammatory Bowel Diseases – secondo quello anglosassone) sono patologie infiammatorie croniche dell’intestino e si distinguono in due tipi principali: la Malattia di Crohn e la Colite Ulcerosa. Queste malattie sono caratterizzate nel loro decorso dall’alternarsi di fasi di riacutizzazione e di remissione, con danno intestinale progressivo. Si tratta di patologie tipiche dell’età giovanile, perché, in generale, il picco di esordio è generalmente compreso nella fascia tra i 15 e i 30 anni. Il 20% di tali patologie esordisce addirittura in età pediatrica, provocando una condizione che spesso non permette di svolgere le normali attività quotidiane, nonché sintomi che si preferisce nascondere, e spesso anche l’isolamento dei soggetti malati.
Sono 250.000 gli italiani stimati che soffrono di MICI.
La ricerca scientifica negli ultimi anni ha prodotto risultati importanti, soprattutto in tema di farmaci biologici e di piccole molecole per le MICI. Proprio questi progressi hanno posto nuove sfide, come la necessità di nuove Linee Guida nazionali idonee al nuovo contesto.
«Visto che sono aumentate le opzioni terapeutiche a disposizione, riteniamo necessario redigere delle Linee Guida sull’utilizzo dei farmaci biotecnologici e delle piccole molecole nelle Malattie Infiammatorie Croniche Intestinali, secondo metodologia GRADE, la più moderna e accettata per produrre linee guida. Abbiamo appena iniziato a lavorarci: sarà un processo che occuperà tutto il prossimo anno. Nell’arco di uno o due anni ne risulteranno delle indicazioni aggiornatissime, utili per le scelte del nostro Sistema Sanitario Nazionale, tramite l’accreditamento presso il Ministero della Salute e l’Istituto Superiore di Sanità» – spiega Alessandro Armuzzi.
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