“L’uso prudente degli antibiotici può contribuire a fermare l’insorgenza dei batteri resistenti e ad aiutare a mantenere l’efficacia degli antibiotici perché possano essere utilizzati dalle generazioni future…” è questo il cuore della Giornata Europea degli Antibiotici, un’iniziativa europea di sanità pubblica che si svolge ogni anno il 18 novembre e che ha come obiettivo la sensibilizzazione sulla minaccia rappresentata dalla resistenza agli antibiotici, nonché sull’uso prudente degli antibiotici stessi.
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«Curare le infezioni causate da batteri resistenti è difficile – spiega Alessandro Marocchi, direttore del Laboratorio dell’Ospedale Fatebenefratelli di Erba (Como) – in quanto gli antibiotici normalmente utilizzati hanno perso efficacia ed è necessario ricorrere ad altri antibiotici. Questo può ritardare l’individuazione della terapia più appropriata e causare complicazioni che possono anche portare alla morte del paziente. Inoltre può essere necessaria una maggiore assistenza sanitaria e il ricorso ad antibiotici alternativi e più costosi, che tra l’altro possono avere effetti collaterali più gravi».
Purtroppo, in Italia l’antibiotico-resistenza è raddoppiata tra il 2005 e il 2014. Inoltre, per i pazienti ricoverati all’interno di strutture ospedaliere esiste il rischio di infezioni non collegate al motivo del ricovero.
L’ospedale di Erba in questi anni è riuscito a contenere il problema attraverso l’uso corretto degli antibiotici.
I carbapenemi e le infezioni da Klebsiella pneumoniae
I ceppi di Klebsiella pneumoniae isolati dai pazienti nel corso del 2018 sono solo per il 7% resistenti ai carbapenemi (in Italia 26,8%), con un massimo dell’11% nei degenti. I carbapenemi sono antibiotici di utilizzo tipicamente ospedaliero e riservati ai casi più gravi.
Le cefalosporine e le infezioni da Escherichia coli
Un altro gruppo di antibiotici utilizzati prevalentemente in ambito sanitario sono le cefalosporine di III generazione.. La resistenza complessiva di E. coli alle cefalosporine di III generazione osservata a Erba nello stesso periodo è del 15% (28,7 in Italia), ma sale dal 9% delle infezioni ambulatoriali al 21% delle infezioni in pazienti degenti ed al 34% negli ospiti di RSA.
I fluorochinoloni e le infezioni da Escherichia coli
Un altro esempio di pressione selettiva causata dagli antibiotici è osservata, sempre in ceppi di E. coli, nel caso della resistenza ai fluorochinoloni, utilizzati spesso al di fuori delle degenze ospedaliere. Nella realtà di Erba il 40% di E. coli è resistente (41,7 in Italia), ma nei casi ambulatoriali è solo il 32%, sale al 43 nei degenti e raggiunge il 74 nelle RSA.
Le resistenze combinate di Acinetobacter baumannii
I veramente pochi casi di Acinetobacter baumannii hanno resistenze combinate nel 72% (in Italia 75,7%). Anche qui la pressione selettiva delle terapie antibiotiche sembra indicare il suo effetto: dal 20% di resistenze in casi ambulatoriali al 67% di casi ospedalieri, e al 92% di casi in RSA.
Il network Microbiologia clinica partecipata
Oltre alle attività comuni a tutte le strutture Ospedaliere nella lotta alle infezioni ospedaliere, presso l’Ospedale Sacra Famiglia Fatebenefratelli di Erba si è avviata anche una collaborazione con i Medici di Medicina Generale dell’ordine dei medici della provincia di Como denominata “Microbiologia clinica partecipata”: è un portale di studio e informazione che mira a sviluppare una cultura condivisa sulle problematiche esistenti nell’area di riferimento, ovvero un forum dove i microbiologi e gli specialisti ospedalieri condividono con i MMG dati epidemiologici, conoscenze scientifiche, dubbi e soluzioni agli eventuali problemi che si possono presentare nel corso delle attività. Questa attività mira a uniformare e condividere azioni preventive e scelte organizzative / terapeutiche che tanta parte hanno nel caratterizzare le antibiotico resistenze presenti in un territorio.
Si sta lavorando con una cinquantina di medici di famiglia, coordinati da Giuseppe Enrico Rivolta, responsabile del progetto per l’Ordine dei medici e chirurghi di Como. L’accordo, come riportato dal sito www.fatebenefratelli.it, prevede una serie di incontri cui parteciperanno medici di famiglia del territorio e microbiologi ospedalieri e un portale di documentazione e discussione.
«Da parte nostra puntiamo a migliorare la cultura dei medici del territorio sul tema della microbiologia clinica, affinare le procedure per invio e conservazione dei campioni biologici, migliorare l’appropriatezza delle prescrizioni, diffondere la conoscenza delle nostre metodiche» – spiega Pierpaolo Maggioni, direttore sanitario dell’Ospedale.
Il network opererà attraverso riunioni periodiche e un sito ad accesso riservato dove i medici potranno scaricare documenti e porre quesiti, ottenendo una sollecita risposta dagli specialisti ospedalieri. Non si escludono le collaborazioni con le società scientifiche, corsi Ecm e pubblicazioni.
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