L’era digitale, in costante evoluzione, ha influenzato profondamente la società, l’economia e la sicurezza; parallelamente ai suoi benefici dobbiamo confrontarci con una sofisticata evoluzione degli attacchi informatici e reagire lì dove si nascondono le vulnerabilità. In questo contesto, l’intelligenza artificiale – da sempre riconosciuta come facilitatore di processo e non di prodotto – emerge come un nuovo alleato permettendo “ai buoni di recuperare terreno sui cattivi”.
Siamo abituati a collegare l’intelligenza artificiale solo a programmi informatici come gli assistenti vocali oppure più in generale all’industria 4.0, dove le tecnologie supportano l’uomo nell’esecuzione di operazioni complesse. Basti pensare all’IoT (Internet of Things), il cui scopo è quello di supportare gli utenti e automatizzare le operazioni, grazie a sensori intelligenti e software che interconnettono molteplici dispositivi in wireless. Oppure al Digital Twin, la replica virtuale di un oggetto o sistema fisico, il quale si basa su modelli di intelligenza artificiale capaci di predire o monitorare, in tempo reale, ad esempio, le prestazioni del suo corrispettivo asset.
La convergenza tra intelligenza artificiale e cybersecurity è, quindi, diventata essenziale: l’adozione di strumenti e tecniche basate sull’IA, come il machine learning e l’analisi predittiva, non è più solo una scelta opzionale, ma una necessità per contrastare la sofisticazione degli attacchi informatici. Dal phishing adattivo al malware polimorfico, dal ransomware agli attacchi DDoS (Distributed Denial-of-Service), le frecce all’arco di un cybercriminale sono aumentate esponenzialmente negli ultimi anni, rendendo vulnerabile qualunque tipo di asset aziendale che non sia stato messo in sicurezza.
Agendo su campi e prospettive differenti, l’intelligenza artificiale si rivela un alleato prezioso per la protezione degli ecosistemi informativi aziendali. In particolare, consente di ottenere una serie di vantaggi significativi:
- Rilevamento avanzato delle minacce, grazie alla capacità di elaborare enormi volumi di dati e intercettare i segnali di potenziali eventi malevoli.
- Risposta rapida agli attacchi, grazie alla possibilità di automatizzare, ottimizzare e accelerare le azioni controffensive, minimizzando i tempi di inattività e mitigando i danni di un incidente.
- Automazione delle attività di sicurezza, come la gestione delle identità, l’analisi dei log e la correzione delle vulnerabilità, riducendo la dipendenza dal lavoro manuale e migliorando la capacità di risposta.
- Difesa sempre aggiornata poiché gli algoritmi di machine learning possono essere addestrati continuamente con nuovi dati per adattarsi alle minacce emergenti.
Sicurezza informatica e Pharma, scenari e sfide
Le aziende del settore chimico-farmaceutico e affini devono proteggere le operazioni aziendali e di produzione, nonché la proprietà intellettuale, le PII (Personally Identifiable Information) e i dispositivi di rete. Le informazioni sanitarie sono molto apprezzate nel mercato del “dark web” e il loro valore è alto, tra 20 e 50 volte superiore rispetto ad altre tipologie di dati come quelli bancari. Per fortuna anche in questo ambito ci supportano normative e linee guida che facilitano la gestione e aiutano nel minimizzare quanto possibile l’incidenza.
In materia di cybersecurity, persino nelle correnti linee guida GAMP5, non parliamo più solo di tecnologia, ma anche di norme e best practice. L’appendice O11 definisce la Gestione della Security come “considerazioni organizzative, di processo e tecniche che possano assicurare riservatezza, integrità e disponibilità dei sistemi computerizzati, dati e records in un’azienda attiva in ambito regolato”, sottolineando che un’efficace gestione delle security minimizza il rischio di minacce dall’interno e dall’esterno.
Rispetto alla versione precedente delle GAMP5, vediamo che attualmente si richiede un allineamento ai sistemi di gestione e alle pratiche di IT Security descritte sia nelle ISO27001 che nei framework NIST.
Ci sono più opportunità o rischi? Come è possibile bilanciare il rapporto tra l’innovazione e la gestione del rischio?
Il segreto è mettere in pratica una strategia con quattro elementi chiave che aiutano a trovare un equilibrio tra l’adozione dell’innovazione e la gestione dei pericoli. Ne consegue che l’obiettivo è quello di coniugare i principi di risk management, business continuity e cybersecurity.
- Implementare un piano strategico di cybersecurity – Una ben delineata strategia deve essere innanzitutto completa, per coprire tutti gli aspetti dei sistemi e dei processi dell’organizzazione, ma anche dinamica, per adattarsi e reagire efficacemente all’evoluzione delle minacce.
- Investire in soluzioni di sicurezza basate sull’IA – Gli investimenti sono necessari per rilevare potenziali minacce in tempo reale, migliorano inoltre l’efficienza e il carico di lavoro per attività più strategiche.
- Formazione – Una formazione incentrata sulla consapevolezza dei rischi è necessaria per tutti i dipendenti, in quanto essi svolgono un ruolo cruciale nel mantenimento della posizione di cybersecurity dell’organizzazione e possono proteggere meglio se stessi e il contesto in cui operano.
- Monitoraggio e valutazione delle soluzioni basate sull’IA – L’Intelligenza Artificiale stessa può divenire un bersaglio, quindi, le organizzazioni dovrebbero monitorare e valutare costantemente l’efficienza e l’efficacia delle soluzioni implementate.
Conclusioni
Dobbiamo essere consapevoli che non esiste una soluzione miracolosa per proteggere l’infrastruttura digitale e il patrimonio che questa raccoglie, ma un approccio olistico che combini le competenze umane e tecnologiche è quanto mai vantaggioso per implementare pratiche di cybersecurity efficaci.
L’uso dell’IA rappresenta una rivoluzione nel campo della sicurezza digitale, offrendo alle organizzazioni l’opportunità di potenziare al massimo le proprie difese contro rischi molto gravi quali: furto di proprietà intellettuale, interruzione della catena di fornitura, manipolazione di dati per la ricerca e lo sviluppo, violazione dei dati sensibili. Nonostante gli investimenti significativi e le complessità da affrontare, l’adozione di soluzioni basate sull’IA può migliorare il futuro della sicurezza informatica. La sicurezza non è un privilegio, ma un diritto che deve essere garantito per rispettare i nobili principi di integrità, confidenzialità e disponibilità.