Sono quattro i ricercatori italiani in ambito life sciences che quest’anno si sono visti riconoscere dallo European Research Council (ERC) dei Consolidator Grant, finanziamenti erogati attraverso Horizon Europe e volti a sostenere ricercatori alcuni anni di esperienza post-doc nel consolidare il proprio team di ricerca in Europa (link). I Consolidator Grant 2024 hanno premiato in totale 328 ricercatori (su oltre 2 mila richieste), per uno stanziamento complessivo di 678 milioni di euro. Gli italiani premiati sono in totale ventinove; sei sono attivi in campo Physical sciences and Engineering e altri dieci nelle Scienze sociali e Umane.
Tre dei vincitori italiani per le Scienze della vita provengono dall’Istituto San Raffaele di Milano. Si tratta di Daniela Cesana (IRCCS Ospedale San Raffaele di Milano), Alessio Cantore e Daniela Latorre (entrambi Università Vita-Salute San Raffaele) (link). Il quarto vincitore è Davide Risso dell’Università di Padova (link).
Biopsie liquide per valutare sicurezza ed efficacia della terapia genica
Daniela Cesana, responsabile del programma di Dinamica tissutale e di firme di biomarcatori nelle patologie acquisite ed ereditarie dell’SR Tiget, ha presentato un progetto di ricerca volto ad approfondire l’utilizzo di biopsie liquide per valutare l’impatto, la sicurezza e l’efficacia della terapia genica. Le biopsie liquide rappresentano un approccio funzionale e non invasivo per rilevare i cambiamenti dinamici causati dalla progressione della malattia o come risposta a trattamenti specifici. Il progetto punta a sfruttare il DNA circolante per monitorare particolari eventi biologici, sia prima sia dopo uno specifico trattamento, con l’obiettivo di utilizzare le biopsie liquide per valutare l’efficacia della terapia genica nel ripristinare le funzioni fisiologiche nei pazienti con malattie come la leucodistrofia metacromatica o con alcune forme tumorali.
Focus sulla biologia delle cellule epatiche
Il progetto “HEPAGENE” presentato da Alessio Cantore, ricercatore di UniSR e Group Leader nell’Unità di Terapia Genica Epatica dell’SR-Tiget, punta invece a ingegnerizzare gli epatociti, le cellule del fegato, con l’obiettivo di sviluppare nuovi trattamenti per molte malattie genetiche gravi e rare del metabolismo. Obiettivo che finora è stato perseguito con tecniche che non consentono di mantenere la modifica genetica dopo la proliferazione cellulare, e che quindi non possono essere applicate in età pediatria.
Il progetto punta ad accelerare l’applicazione clinica di nuove piattaforme di correzione genetica basate su tecnologie che permettono di modificare il DNA cellulare in modo stabile anche dopo un’eventuale proliferazione, garantendo così il mantenimento della modifica nelle cellule figlie. L’obiettivo finale è mettere a punto nuovi trattamenti da applicare a giovani pazienti pediatrici. Il gruppo di Cantore ha contribuito allo sviluppo di questo tipo di piattaforme di trasferimento genico, che non sono ancora state testate sull’uomo.
Indagare le neuropatie periferiche
Daniela Latorre è attualmente leader del gruppo di Neuroimmunologia Umana dell’ETH di Zurigo. Il suo progetto AUTO-T-NERVES punta ad approfondire la ricerca nel campo delle neuropatie periferiche. Si tratta di malattie autoimmuni, anche fortemente invalidanti, che colpiscono persone di tutte le età e comportano tra le altre cose un danneggiamento della mielina, la guaina che isola i nervi e ne permette il funzionamento.
Il progetto parte dai risultati già ottenuti dal laboratorio di Daniela Latorre circa il coinvolgimento di un tipo di un particolare cellule immunitarie in un sottogruppo di pazienti con neuropatia. Latorre proseguirà ora la ricerca esplorando sistematicamente il ruolo di queste cellule in diversi sottotipi di neuropatie infiammatorie periferiche, potendo contare anche sul finanziamento ottenuto con il prestigioso Career Development Awardassegnato dalla Fondazione Armenise-Harvard.
Nuovi metodi computazionali per la biologia molecolare
Davide Risso, professore associato al Dipartimento di Scienze Statistiche dell’Università di Padova, potrà beneficiare di un budget di quasi 2 milioni di euro per sviluppare nuovi metodi computazionali da applicare a una tecnica di frontiera della biologia molecolare.
Il progetto SPECOLA (Spatial Transcriptomics through the lenses of statistical modeling and AI) si focalizzerà sulla transcrittomica spaziale, una delle nuove frontiere nelle scienze omiche. Il progetto, in particolare, punta a sviluppare nuovi metodi computazionali per analizzare i dati di transcrittomica spaziale tramite combinazione di modelli statistici rigorosi con approcci di intelligenza artificiale e machine learning. Gli strumenti computazionali innovativi così sviluppati dovrebbero consentire di aprire nuove prospettive nella ricerca biomedica, ad esempio a livello dello studio dell’organizzazione spaziale di tumori solidi o per mappare l’eterogeneità cellulare in tessuti complessi come il cervello.