Un articolo pubblicato sul blog di EFPIA a firma di Alex Fell (Chief Executive della Prescription Medicines Code of Practice Authority (PMCPA) britannica) e Julie Bonhomme (Legal & Compliance Director di EFPIA) approfondisce l’impatto che le pratiche di auto-regolamentazione – cioè lo stabilire e applicare regole e standard da parte delle organizzazioni industriali – può sortire sul settore farmaceutico. Secondo l’articolo, gli standard industriali, che le aziende aderenti alle associazioni industriali sono tenute a rispettare, andrebbero spesso oltre quanto richiesto per legge. L’auto-regolamentazione, infatti, sarebbe un elemento importante a supporto dell’uso appropriato e legittimo dei medicinali, in grado di garantire un’elevata qualità di cura per i pazienti e di migliorare fiducia e percezione.

Il Codice di Condotta di EFPIA

Il principale riferimento in tal senso a livello europeo è il Codice di condotta di EFPIA, a cui si aggiungono i codici nazionali applicati dalle associazioni industriali dei trentasette paesi membri della Federazione. I due strumenti sono tra loro complementari, con il Codice di EFPIA che individua i valori e i principi minimi comuni e i codici nazionali che li declinano secondo le specificità dei singoli paesi. In questo modo, secondo EFPIA sarebbe possibile giungere a un set condiviso di regole comuni, applicabili da tutte le aziende indipendentemente dalle loro dimensioni e maturità. Oltre alle associazioni industriali, tra i membri di EFPIA figurano anche quaranta società farmaceutiche, tenute anch’esse ad applicare il Codice di condotta. 

Secondo gli autori dell’articolo, inoltre, l’auto-regolamentazione del settore farmaceutico permetterebbe anche di agire in modo complementare alle norme legali, contribuendo ad innalzare e armonizzare gli standard che l’industria è chiamata a rispettare. I vari codici nazionali, infatti, prevedono anche sanzioni in caso di inadempienza da parte dei membri. La trasparenza è uno dei requisiti principali che sottendono alla pratiche di auto-regolamentazione, spiegano gli autori, ad esempio per quanto riguarda i contributi che le aziende riconoscono ai professionisti sanitari o in riferimento al sistema e4ethics che permette alle aziende di meglio comprendere se è appropriato partecipare a conferenze formative di grandi dimensioni e per più paesi. Sistema che, dal 2021, è diventato tutt’uno con l’analogo per il settore dei dispositivi medici. L’articolo si chiude con la considerazione che stretti legami con i governi siano indispensabili per assicurare che l’auto-regolamentazione rimanga efficace e sia in grado di rispondere alle nuove sfide.