Prima di affrontare il tema del mese, mi vorrei soffermare brevemente sulla notizia, che riportiamo nella rubrica Focus regolatorio (p. 9), relativa alla consultazione sulla normativa UE dei dispositivi medici (Regolamenti 745 e 746 del 2017). Certamente le aziende interessate già sanno che questa consultazione è aperta fino al prossimo 21 marzo, ma ritengo che il ricordarlo anche su questo editoriale possa essere di utilità.
Passando al focus di febbraio, in questo fascicolo approfondiremo la gestione degli scarti industriali, con particolare riferimento al mondo Pharma. Come emerge dal primo contributo (p. 18), è interessante prendere atto che il settore chimico farmaceutico, per quanto attiene alle aziende che aderiscono al programma Responsible Care (iniziativa globale ICCA promossa in Italia da Federchimica), sia molto avanti nel riciclaggio rispetto alle aziende chimiche in generale. Il rapporto Responsible Care 2024 conferma l’impegno dei produttori di API verso i temi ambientali, con passaggio a processi di sintesi sempre più basati sulla chimica a flusso, sulla biocatalisi e sulla meccano-chimica. Altro aspetto degno di nota è il forte miglioramento dell’indice di efficienza energetica dell’industria chimica verso quella manifatturiera, a testimoniarne la consapevolezza e la sensibilità verso questi temi.
Il secondo articolo (p. 24) affronta nel dettaglio quanto riguarda la sostenibilità dell’uso della plastica. Nonostante le divergenze emerse durante l’INC-5 di Busan (Corea del Sud), tenutosi lo scorso novembre, qualcosa si sta muovendo. L’articolo è ricco di dati significativi che rendono in
pieno le dimensioni del problema; sarà certamente una sfida molto impegnativa, che richiederà la consapevolezza e la determinazione della maggior parte degli Stati che oggi hanno permesso all’industria una crescita incontrollata della produzione, dell’utilizzo di materiali plastici senza averne preventivamente ipotizzato le modalità di smaltimento accettabili per il “sistema terra”.
Ci siamo poi soffermati sulla gestione delle acque reflue industriali (p. 30), evidenziando come il pieno rispetto delle normative ambientali sia un elemento sempre più critico e centrale per l’attività dell’industria Pharma. La tecnologia permette di ottimizzarne le fasi di trattamento, recupero e riuso anche in vista della riduzione dei costi e dei consumi energetici. Ci siamo concentrati, per concludere, sullo stato dell’arte della produzione e impiego del biogas nel nostro Paese (p. 34) e capiremo insieme quali vantaggi potrebbero derivare dal suo utilizzo. Ad oggi, questa risorsa potrebbe sostituire solo parzialmente il gas naturale di origine fossile, ma costituisce una grande opportunità per l’industria, compresa quella Pharma. È consolante vedere che la consapevolezza del tema della sostenibilità ambientale è sentito e ci sono molte iniziative in corso per migliorare la situazione e dare alle nuove generazioni una prospettiva diversa del futuro.
Quello che rattrista è apprendere che, nel momento in cui un nuovo presidente si insedia alla Casa Bianca, si riaffacciano i rischi di una politica climatica conservatrice a stelle e strisce a supporto di quanto la Cina in primis sta facendo da sempre: rallentamento globale, sfide commerciali per l’Unione Europea e decarbonizzazione minacciata da un rilancio dei combustibili fossili.