Le attività propedeutiche volte alla definizione della nuova legislazione europea in campo chimico stanno entrando nel vivo. Lo scorso 18 febbraio il comitato ENVI (Environment, Climate Change and Food Safety) del Parlamento europeo ha adottato la posizione sulla proposta della Commissione riguardo al pacchetto “one substance – one assessment”, volta a semplificare la valutazione di sicurezza delle sostanze chimiche tra le diverse parti della legislazione europea.

Essenziale, da questo punto di vista, dovrebbe essere il ruolo svolto dai dati, insieme alla loro disponibilità e accessibilità, e la possibilità di massimizzare le sinergie tra le sfere d’azione delle diverse agenzie regolatorie coinvolte. Il 2025 dovrebbe anche vedere l’aggiornamento del regolamento Reach e la proposta da parte della Commissione di un pacchetto specificamente dedicato all’industria chimica. 

Due regolamenti e una direttiva

La proposta della Commissione europea si articola complessivamente in due regolamenti e una direttiva. I primi sono riferiti, rispettivamente, alla riattribuzione dei compiti tecnici e scientifici delle agenzie UE operanti in campo chimico (COM(2023)783 final 2023/0455 (COD) del 7.12.2023) e alla creazione di una piattaforma comune di dati dedicata alle sostanze chimiche, comprensiva delle regole di utilizzo e dello sviluppo di un quadro di riferimento per il monitoraggio del settore (COM(2023)779 final 2023/0453 (COD) 7.12.2023). La proposta di direttiva è, invece, indirizzata a ridefinire le competenze e sfere d’azione dell’Agenzia europea per le sostanze chimiche (ECHA) (COM(2023)781 final 2023/0454 (COD) 7.12.2023.)

Il prossimo passaggio prevede che la sessione plenaria del Parlamento UE, prevista per il 31 marzo – 5 aprile prossimi, voti il mandato negoziale sulla base del quale avviare il confronto col Consiglio europeo per la messa a punto della forma finale dei tre provvedimenti.

Una piattaforma unica per i dati sulle sostanze chimiche

La piattaforma dati dovrebbe servire da punto di accesso “one-stop shop” alle informazioni sulle sostanze chimiche relative a pericoli, proprietà chimico-fisiche, presenza nell’ambiente, emissioni, utilizzi e sostenibilità ambientale. I dati raccolti servirebbero anche a meglio stimare l’esposizione, ad esempio a livello di sangue o latte materno.

I membri del comitato ENVI hanno richiesto di includere nel testo del regolamento anche informazioni sulle sostanze presenti nei prodotti e sulle alternative disponibili in sostituzione di quelle che destano preoccupazione. È stato anche suggerito di rendere obbligatorio il deposito di tutti i dati provenienti dalla ricerca sulle sostanze chimiche, in modo particolare quella finanziata da fondi pubblici (anche a livello nazionale). La posizione richiede anche che vengano notificati alla piattaforma anche i dati prodotti a fini regolatori, per ridurre le duplicazioni e migliorare la trasparenza. Le azioni di prevenzione dei pericoli chimici emergenti andrebbero meglio intercettate, secondo la posizione dell’ENVI, mediante l’inclusione di ulteriori fonti di dati e migliorando le azioni di follow-up conseguenti all’identificazione di un avviso.

Migliori sinergie tra le diverse agenzie europee

ECHA è solo una delle agenzie europee che hanno a che fare, a diverso titolo, con le sostanze chimiche, insieme all’Agenzia europea dei medicinali (EMA), all’Autorità europea per la sicurezza degli alimenti (EFSA) e all’Agenzia europea per l’Ambiente (EEA). La revisione dei rispettivi compiti e responsabilità per la valutazione delle sostanze dovrebbe, secondo l’opinione di ENVI, venire meglio allineata alle rispettive priorità e tempistiche, così da risolvere anche molte delle attuali divergenze sui giudizi scientifici emessi da agenzie diverse.