Il report “Towards a European Policy for Technology Infrastructures”, pubblicato dalla Commissione europea lo scorso 14 febbraio, fa seguito al lancio della Bussola della Competitività per delineare le principali criticità nella messa a punto della rete di infrastrutture tecnologiche europee. Rete che dovrebbe rappresentare un elemento essenziale per lo sviluppo di nuove tecnologie, prodotti e servizi sempre più “puliti” e in grado di sostenere la chiusura del divario di competitività dell’UE rispetto agli altri paesi.
La rete infrastrutturale di dovrebbe comporre sia di infrastrutture di ricerca (RI) che tecnologiche (TI), le seconde più votate allo sviluppo applicativo delle nuove soluzioni. La rete dovrebbe supportare, in particolare, le piccole e medie imprese innovative e le startup, principali protagoniste della messa a punto di nuovi approcci nei vari settori.
Il rapporto illustra, in particolare, cinque raccomandazioni strategiche in tal senso messe a punto dall’Expert Group on Technology Infrastructures (EGTI) e presenta anche i progetti pilota che dovrebbero venire attivati nei vari settori, tra cui quelli chimico e delle biotecnologie.
Le raccomandazioni strategiche
La costruzione della rete di infrastrutture tecnologiche europee dovrebbe partire dal chiarire la definizione delle stesse. Secondo la proposta dell’Expert Group, si tratta di strutture, attrezzature, capacità e risorse richieste per sviluppare, testare, mettere a punto e convalidare una certa tecnologia. Tali infrastrutture possono essere pubbliche, semi-pubbliche o private, ed essere sia di tipo fisico che digitale.
L’accesso alle TI dovrebbe venire favorito dalla creazione di uno European Charter for Access, mirato alle diverse tipologie di utenti e in grado di fornire linee guida sule procedure di accesso e condizioni semplici e trasparenti per lo stesso. Andrebbe anche migliorata la visibilità delle TI e dei servizi ad esse collegati. L’Expert Group suggerisce anche di creare un meccanismo di priorità degli investimenti a livello EU, per rispondere alle necessità di tecnologie d’importanza strategica per la competitività europea. Lo strumento dovrebbe anche supportare le agende di R&I nel campo delle iniziative strategiche, come le Partnership europee. Andrebbe anche sviluppata una governance dedicata del sistema delle TI, articolata in un livello orizzontale di coordinazione e in uno verticale di coordinamento tematico, con ruoli distinti e complementari. I finanziamenti necessari a sviluppare il quadro delineato dal rapporto dovrebbero essere resi disponibili all’interno dei programmi europei di ricerca e innovazione e di competitività, con possibili azioni complementari a livello nazionale regionale.
I progetti pilota
Tra le raccomandazioni dell’Expert Group figura anche l’attivazione di una serie di progetti pilota, le cui linee ispirative sono descritte nel rapporto in relazione ai diversi settori industriali. I piloti, in particolare, dovrebbero focalizzarsi sui passi da compiere per assicurare disponibilità e accesso a infrastrutture tecnologiche adeguate e in linea con gli obiettivi individuati.
Il Pilota 7, ad esempio, è rivolto all’industria chimica e punta a sviluppare e implementare nuove tecnologie che ne supportino la competitività e sostenibilità e riducano l’impatto ambientale. Il progetto dovrebbe essere focalizzato sulla messa a punto di processi chimici sostenibili, anche a livello di riciclo dei materiali e di produzioni bio-based. Tra gli obiettivi figura anche il superamento delle barriere regolatorie e logistiche, l’accesso facilitato alle strutture pilota e una più rapida commercializzazione. Le applicazioni sviluppate nel corso del progetto dovrebbero essere rivolte a vari settori, tra cui quello farmaceutico. Tra i partner annunciati, oltre a varie università, figurano anche importati aziende chimiche come BASF e Fraunhofer.
Il Pilota 10 è invece dedicato alle Biotech e Biomanufacturing, con l’obiettivo di sviluppare nuove biotecnologie e processi nel campo della biomedicina, bioenergia e bioprodotti. Ne dovrebbe risultare una roadmap per la messa a punto elle soluzioni di biomanufacturing e dei processi industriali, comprensiva dell’individuazione dei colli di bottiglia, delle sfide regolatorie e della creazione di quadri di riferimento per la ricerca traslazionale che permettano di colmare il gap lab-to-market. Anche in questo caso, il settore farmaceutico dovrebbe essere tra quelli al centro del progetto, tra i cui partner preannunciati dal rapporto figurano il network IBISBA (una infrastruttura di ricerca pan-europea deidicata alle biotecnologie industriali) ed EuropaBio.
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