In un quadro di guerre commerciali sempre più complicato (è di pochi giorni fa l’annuncio del presidente Trump di dazi sugli import di automobili negli USA), la International Generic and Biosimilar medicines Association (IGBA) ha pubblicato una nota volta a sottolineare la necessità di rimuovere le barriere commerciali – inclusi i dazi – al fine di garantire l’accesso dei pazienti a farmaci generici e biosimilari sicuri, efficaci ed economicamente sostenibili.
Secondo IGBA, le barriere commerciali rappresentano un ostacolo per la fornitura e distribuzione efficiente dei medicinali attraverso i diversi blocchi geografici, sia a livello regionale che internazionale. Al contrario, una consistente disponibilità di medicinali per tutti i pazienti, non importa dove si trovino, dovrebbe basarsi su catene di fornitura robuste, interconnesse e ben funzionanti.

Gli effetti dei dazi sull’industria dei generici e biosimilari

In tal senso, l’imposizione di dazi o altre restrizioni al commercio rappresenterebbe per IGBA una possibile causa di rottura delle catene di fornitura con potenziali gravi impatti per i pazienti, che non sarebbero più in grado di accedere ai trattamenti di cui necessitano, oltre ad aggravare la situazione delle carenze di medicinali e mettere a rischio la stessa sostenibilità dell’industria dei farmaci generici e biosimilari.
Nella sua nota, infatti, IGBA sottolinea come la produzione di questi farmaci dipenda fortemente da catene di fornitura complesse e integrate a livello globale, con gli approvvigionamenti di principi attivi, eccipienti ed altri componenti essenziali che originano spesso da paesi diversi. Lo stesso dicasi anche delle attività di produzione dei medicinali finiti, spesso delocalizzate al di fuori del’Europa. La situazione è ulteriormente aggravata dal fatto che le industrie del settore operano già al loro limite di possibilità di assorbire costi addizionali, a causa dell’elevata competitività tipica del mercato dei medicinali fuori brevetto.
Le barriere commerciali pongono minacce dirette a questo intricato sistema, portando potenzialmente ad accesso ridotto per i pazienti, maggiori costi, ritardi e, infine, carenze di medicinali che toccherebbero le vite di milioni di persone – ha commentato Susana Almeida, Segretario Generale di IGBA. – Abbiamo già visto l’impatto negativo delle vulnerabilità delle catene di fornitura, e ulteriori rotture avrebbero conseguenze devastanti sia per l’accesso dei pazienti a trattamenti salvavita che per la sostenibilità del sistema finanziario della sanità”.
La nota si chiude con un appello alle istituzioni a riconoscere il ruolo cruciale delle catene di fornitura globali nell’assicurare accesso a medicinali economicamente sostenibili ovunque nel mondo.