L’ultima seduta plenaria del parlamento europeo, a inizio aprile, ha visto l’approvazione a larga maggioranza degli emendamenti al pacchetto Chemicals di proposte di revisione normativa sulle sostanze chimiche. Pacchetto che fa parte della Strategia per la chimica sostenibile lanciata dalla Commissione europea nel 2020, e che si compone in particolare di tre proposte sinergiche volte rispettivamente a semplificare e velocizzare la valutazione di sicurezza delle sostanze chimiche, a rendere disponibili in modo centralizzato i dati relativi e a ottimizzare la suddivisione delle competenze tra le varie agenzie e autorità europee coinvolte (Agenzia europea delle sostanze chimiche, Agenzia europea dei medicinali, Autorità europea per la sicurezza alimentare e Agenzia europea per l’ambiente).

Il prossimo passaggio prevede la fase di negoziazione con il Consiglio europeo, che porterà a definire i testi finali.

Una sostanza, una valutazione

Il nuovo impianto normativo proposto dalla Commissione e recepito dal Parlamento UE si basa sull’approccio “una sostanza, una valutazione” e sulla creazione di una piattaforma comune e centralizzata attraverso cui accedere a tutti i dati relativi alle sostanze chimiche in conformità ai requisiti della legislazione europea. Tra questi si trovano, ad esempio, le informazioni sui pericoli, le proprietà chimico-fisiche, le emissioni e gli utilizzi, la presenza nell’ambiente e la sostenibilità ambientale. Le proposte prevedono anche che i dati della piattaforma possano venire utilizzati per stimare l’esposizione delle persone alle diverse sostanze chimiche, ad esempio tramite misurazione dei livelli presenti nel sangue. 

Tra le modifiche introdotte durante l’analisi parlamentare vi è la richiesta alla Commissione di prevedere maggiori informazioni sulle sostanze chimiche presenti nei prodotti e sulle alternative disponibili per le sostanze che destano preoccupazione. I membri del parlamento hanno inoltre evidenziato l’opportunità di incoraggiare il deposito di tutti i dati sulle sostanze chimiche provenienti da attività di ricerca, deposito che potrebbe diventare obbligatorio nel caso di utilizzo di fondi pubblici per la ricerca, anche a livello nazionale. Anche gli studi sulle sostanze chimiche effettuati per rispondere a requisiti regolatori dovrebbero venire notificati alla piattaforma, così da limitare le duplicazioni e migliorare la trasparenza. I pericoli emergenti di rischio chimico potrebbero venire meglio monitorati grazie all’adozione di nuove fonti di dati e a migliori azioni di followup in caso di allerta. 

Foto di Yerson Retamal da Pixabay