Nell’ambito del ricco dibattito che negli ultimi mesi sta delineando le varie posizioni in campo sulla messa a punto del prossimo programma quadro per la ricerca e l’innovazione FP10 e della proposta di bilancio a lungo termine che la Commissione dovrebbe presentare a luglio di quest’anno si è fatta sentire anche la voce dell’Agenzia per la Promozione della ricerca europea (APRE). Nel suo contributo alla consultazione pubblica sui finanziamenti europei per la competitività lanciata dalla Commissione e aperta fino al prossimo 6 maggio, APRE ha ribadito la richiesta di un programma quadro indipendente e ambizioso a supporto della competitività, come già evidenziato nel corso dell’evento organizzato dall’Agenzia a inizio marzo al Parlamento europeo di Bruxelles.
Le richieste alla Commissione europea
Solo un programma di ricerca e innovazione ambizioso, transdisciplinare e soprattutto autonomo sarebbe adeguato, secondo APRE, a sostenere le attività R&D nei vari ambiti disciplinari e tecnologici, in linea anche con la Dichiarazione di Varsavia dei ministri R&I europei e della posizione del Parlamento.
Nella messa a punto del nuovo programma quadro per la R&I indipendente, sottolinea la nota, andrebbero fatte varie tipologie di considerazioni, a partire da una significativa dotazione finanziaria, con un budget vincolato di almeno 200 miliardi di euro, superiore a quello che ha caratterizzato l’FP9 che sta giungendo a conclusione. Questa richiesta è anche volta ad aumentare progressivamente la quota di finaziamento europeo per la spesa pubblica in attività di ricerca e sviluppo.
In secondo luogo, APRE sottolinea come l’obiettivo di competitività al centro delle politiche della Commissione europea non dovrebbe limitarsi al solo sostegno del mondo industriale, ma puntare invece a migliorare la prestazioni e la qualità dell’interno sistema socio-economico, grazie ad un approccio sistemico, transdisciplinare e partecipativo.
L’incontro di inizio marzo al Parlamento europeo, ospitato dai vicepresidenti del comitato ITRE Elena Donezzan e Giorgio Gori, è stata l’occasione per confrontarsi sulle priorità italiane per la messa a punto del nuovo programma quadro. L’incontro ha visto la partecipazione anche di Fabio Fava in rappresentanza del Ministero dell’Università e della Ricerca e del Rappresentante permanente aggiunto dell’Italia presso l’Ue, Marco Canaparo.
In tale sede, la presidente di APRE Cristina Pedicchio aveva ribadito l’importanza di un programma quadro R&I indipendente e autonomo, in quanto garanzia circa l’effettivo svolgimento di attività di ricerca libere, competitive e in grado di rispondere alle sfide e priorità aperte sia a livello europeo che italiano.
L’incontro ha visto anche la presentazione dell’analisi di APRE sulla performance nazionale nel programma Horizon Europe (2021-2024). I dati indicano che l’Italia ha fatto registrare un tasso di successo del 15,88%, inferiore alla media europea (18,89%). Inferiore alla media è risultato anche il divario nei progetto a coordinamento (11,65% Italia vs 16,23% media europea). I finanziamenti erogati al Belpaese sono ammontati complessivamente a 3,76 miliardi di euro, pari all’8,70% del totale, ponendo l’Italia al quinto posto per rientro finanziario (e al terzo per numero di partecipazioni ai progetti). L’analisi di APRE ha concluso che è necessario allargare la base partecipativa del sistema italiano R&I al programma Horizon Europe, migliorando anche la qualità della partecipazione e adottando interventi mirati e specifici.
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