Non c’è progresso senza innovazione. L’integrazione di strumenti, di nuove tecnologie governate da soluzioni di lntelligenza Artificiale e la digitalizzazione sono la risposta, concreta ed efficace, per l’efficientamento dei processi produttivi, specificatamente applicati alla filiera del Pharma. Soluzioni, in un’ottica globale, capaci di garantire al Paese la crescita economica, sociale e civile, trasversale a tutti i settori, in un contesto nazionale e internazionale. L’implementazione e la “modernizzazione” della digitalizzazione in tutte le sue declinazioni, rappresentano per l’industria farmaceutica l’opportunità di acquisire competitività e attrazione per il mercato, italiano, europeo e mondiale. Mentre per il paziente offrono la possibilità di avere rapido ed equo accesso a trattamenti innovativi, finalizzati al miglioramento della qualità della vita, in un contesto di prevenzione, così come di controllo della malattia. Non ultimo, la digitalizzazione è la risposta al bisogno di sostenibilità dell’impresa salute e del necessario passaggio verso la transizione ecologica. Temi cruciali che sono al centro della 64a edizione del Simposio di Associazione Farmaceutici Industria, dal titolo Dalla conoscenza alla digitalizzazione per la competitività dell’industria della salute, in programma al Palacongressi di Rimini dall’11 al 13 Giugno 2025.

Protagonista l’innovazione

Dai contenuti scientifici alla logistica. La prossima edizione del Simposio AFI non tradisce le attese e porta al centro delle tre giornate congressuali i temi più attuali, quest’anno incentrati sulla digitalizzazione: degli strumenti tecnologici, dei processi produttivi, delle terapie farmacologiche e dei medical device, così come della ricerca scientifica, dei regolatori, e non ultimo degli operatori del Pharma che vedono un contributo sempre più numeroso, attivo e partecipativo della componente femminile. «La digitalizzazione – spiega Giorgio Bruno , Presidente AFI – è il principale driver nel contesto di propulsione alla crescita per il comparto di tutta l’industria della salute. Lo confermano anche i recenti dati Istat che riferiscono che gli strumenti digitali e le nuove tecnologie sono soluzioni largamente adottate e applicate nell’industria farmaceutica italiana la cui diffusione è superiore alla media rispetto al resto dell’Europa. Tra le soluzioni più utilizzate vi sono certamente i software per la gestione dei servizi in generale e di quelli più specifici, come servizi di cloud, di Intelligenza Artificiale e altri. Fondamentale e strategico è il corretto utilizzo di questa serie di soluzioni e innovazioni; stiamo infatti assistendo a un fenomeno di transizione che ci sta traghettando dalla conoscenza e dall’impiego di strumenti tradizionali, ormai consolidati nella produttività e attività quotidiana, verso la digitalizzazione sempre più spinta. Questo nuovo approccio sta trasformando l’intera filiera, dal reperimento della materia prima alla commercializzazione del prodotto finito, rendendola più efficiente, più produttiva e performante, orientata a un futuro che ha come “target” il miglioramento della qualità della cura e una maggiore facilità di accesso alle terapie per tutta la popolazione».

Giorgio Bruno, presidente AFI

L’innovazione ha importanti ripercussioni, positive, per gli outcome clinici e della ricerca, non solo scientifica; la digitalizzazione innanzitutto consente di raccogliere, archiviare e analizzare volumi di dati molto più rapidamente e in modo più efficiente, rendendoli disponibili là dove sono più necessari o traducendoli in soluzioni a vantaggio della produzione, migliorando ad esempio i processi, evitando gli sprechi e orientando tutto il comparto verso la transizione ecologica, ma anche per il paziente. I dati, in clinica, possono essere orientati e messi a disposizione per favorire opportunità terapeutiche in tempi più rapidi, grazie all’accelerazione della ricerca. Così come del mercato: la digitalizzazione rende il Paese più competitivo. «Le nuove tecnologie, dall’AI al machine learning, dall’Intelligence Of Things (IoT) al Block Chain – prosegue Giorgio Bruno – stanno segnando un cambio di paradigma verso l’acquisizione di nuove conoscenze, grazie alla possibilità di raccolta e condivisione dei dati fra tutti gli attori della filiera della salute, quali gli ospedali, i laboratori, le aziende e i pazienti, promuovendo lo scambio e il confronto dei dati stessi in maniera più coordinata e integrata».

Se da un lato le tecnologie migliorano indiscutibilmente tutti i processi della filiera, dall’altro richiedono lo sviluppo di nuove competenze, non solo digitali, e di figure professionali adeguatamente formate per promuovere la conoscenza fra tutti gli operatori dell’industria della salute, quindi la crescita del mercato farmaceutico che resta un fiore all’occhiello nel panorama europeo. L’Italia, infatti, in ambito Pharma compete quasi esclusivamente con la sola Germania, eterna rivale per expertise e competenze, piazzandosi invece in un contesto internazionale fra i primi cinque leader del mercato. Favorire, dunque, la cultura della digitalizzazione, formare le persone all’utilizzo sempre più consapevole della digitalizzazione sono una preziosa leva che incentiva al costante miglioramento e a un proficuo cambiamento.

Industria vs. salute

Il Covid e il contesto pandemico hanno insegnato che la salute è un patrimonio unico e imprescindibile: senza salute non c’è progresso, non c’è vita, non c’è mercato, non c’è economia. La sua promozione è, pertanto, al centro della ricerca, del benessere, dell’interesse della collettività. «L’impegno dell’industria della salute – sottolinea il presidente AFI – deve essere quello di garantire e migliorare in modo costante e sistematico le condizioni di salute di ogni singolo paziente/persona. Ciò implica un impegno globale e complessivo dell’intero sistema, non più a silos o per comparti isolati e stagni. Sulla base di questa visione “aperta” è dunque necessario parlare di industria della salute, in cui tutte le attività, i processi, le azioni, i vari segmenti della filiera lavorano in sinergica collaborazione per migliorare la qualità della vita delle persone, garantendo a tutti uguale accesso alle cure, le stesse opportunità di trattamenti in ogni parte del territorio. Questi obiettivi devono riguardare l’intero sistema, non solo l’industria, coinvolgendo l’accademia, le autorità regolatorie, i singoli protagonisti; ciascuno, secondo la propria expertise e competenza, deve avere agire per promuovere benessere: occorre dare più vita e più qualità di vita alle persone, non solo “sopravvivenza”. Anche le aziende devono fare la loro parte nel sistema salute secondo un approccio olistico, con il paziente al centro e con la complicità di tutti gli stakeholder: clinici, ricerca. produzione, impresa».

Le novità dell’edizione 2025

Anche quest’anno affiancano le tematiche “fil rouge” che classicamente caratterizzano il Simposio, come qualità, produzione, regolatorio e le “Lectiones magistrales”, la prima affidata a Marcello Cattani, presidente Farmindustria, la seconda al professor Roberto Burioni. Fra queste la Sessione dedicata alle tendenze e fenomeni sociali nella filiera del farmaco che affronterà i temi della (dis)parità di genere e del contributo femminile al mondo farmaceutico, mentre una seconda Sessione darà spazio alla voce e al valore del paziente, con l’intento di portare attenzione a un sistema salute ad personam che preveda anche l’integrazione del digitale, e un ascolto attivo dei bisogni e delle necessità dei pazienti nei percorsi e progettazione dei programmi di cura. «Il concetto di innovazione tecnologica non si limita allo strumento, ma si estende a tutti gli ambiti – chiarisce Giorgio Bruno – compreso quello della ricerca. Non esiste innovazione se non c’è ricerca e non esiste progresso se la ricerca non viene condotta sfruttando tutte le potenzialità che ha in essere. Ciò può essere favorito dal migliore impiego delle tecnologie che in ambito Pharma permettono l’efficientamento, l’accelerazione e l’ottimizzazione di tutti i processi della filiera, dal disegno dello studio clinico, alla produzione, fino al prodotto finito da immettere sul mercato nel modo e nei tempi più rapidi possibili. Questi caposaldi consentono all’industria della salute di potenziare il suo ruolo di asse strategico per la crescita del Paese».