Parla anche italiano la messa a punto di un nuovo mini robot magnetico in grado di effettuare scansioni 3D direttamente dall’interno del corpo umano, in particolare a livello del tratto gastrointestinale. Messo a punto dal gruppo dello STORM Lab dell’Università di Leeds (UK), guidato da Pietro Valdastri, il mini dispositivo permetterebbe di generare immagini tridimensionali ad alta risoluzione mediante tecnologia ad ultrasuoni. La tecnica mini-invasiva, descritta in un articolo pubblicato su Science Robotics, potrebbe così permettere di condurre “biopsie virtuali”, ad esempio per rivelare varie tipologie di tumori e potenzialmente anche di trattare le lesioni direttamente in loco, senza bisogno di ricorrere a biopsie tradizionali.

Oloide, una forma che permette il rotolamento

L’ampia gamma di movimento che caratterizza il mini robot messo a punto allo STORM Lab è stata reso possibile dalla particolare forma “oloide”, derivante dall’intersezione di due circonferenze tra loro perpendicolari, integrata all’interno di una nuova tipologia di endoscopio magnetico flessibile. L’oloide permette, in particolare, un movimento di rotolamento che facilita lo spostamento del device all’interno del corpo. I più classici robot magnetici cilindrici posseggono, invece, solo cinque gradi di libertà di movimento, che ne limitano la funzionalità per questo tipo di applicazioni. 

Il robot è dotato anche di un piccolo dispositivo per l’imaging a ultrasuoni ad alta frequenza (28 MHz) che cattura le immagini 3D dei tessuti, sviluppato in collaborazione con gruppi di ricerca delle università di Glasgow ed Edimburgo.

L’endoscopio magnetico ovoide misura solo 21 mm di diametro ed è stato ottenuto per stampa 3D di una resina. Il suo movimento è stato testato su varie superfici replicanti le caratteristiche delle strutture tipiche del colon, dell’esofago e dello stomaco. Sono stati anche condotti test su un modello di colon artificiale e nel maiale, per ottenere l’approvazione come dispositivo medico.

Questo approccio permette l’analisi in-situ dei tessuti e la diagnosi del cancro del colon-retto, con risultati immediati. Il processo di diagnosi dei tumori colonrettali richiede attualmente la rimozione di un campione di tessuto che viene mandato in laboratorio, con necessità di una-tre settimane per ottenere il risultato”, ha dichiarato Pietro Valdastri.

La sonda a ultrasuoni ad alta frequenza lavora in modo diverso da quelle tipiche utilizzate per ottenere immagini degli organi interni o dei feti. In particolare, la ricostruzione tridimensionale virtuale dell’area scansionata permette di ottenere anche immagini cross-sezionali che imitano quelle tipiche derivanti da una biopsia tradizionale. Secondo quanto reso noto dall’Università di Leeds, l’obiettivo è di iniziare  nel 2026 la sperimentazione clinica nell’uomo. La ricerca potrebbe in futuro venire estesa ad altre tipologie di robot magnetici per uso medicale, per applicazioni in altri distretti corporei.