Le politiche che hanno caratterizzato il mandato della Commissione europea uscente sono state incentrate, insieme alle azioni per il green e per il digitale, anche sulla costruzione dell’Unione europea della salute, in particolare dopo la pandemia del 2020.
L’esperienza pandemica, ricorda una nota della Commissione, ha portato allo sviluppo della strategia europea per i vaccini e alla messa in opera di strumenti volti a facilitare la mobilità e le attività economiche e sociali, quali i certificati verdi digitali e il programma SURE di aiuti ai lavoratori.
I risulti ottenuti nella costruzione dell’Unione europea della salute sono stati oggetto di una Comunicazione pubblicata dalla Commissione europea lo scorso 22 maggio.
I principali risultati ottenuti
Gli ultimi quattro anni hanno visto un susseguirsi di nuovi atti legislativi volti a migliorare la capacità di preparazione e risposta alle possibili, future crisi sanitarie. La riforma della legislazione farmaceutica europea, d’altro canto, punta a garantire un accesso equo e puntuale a medicinali a prezzi accessibili per tutti i cittadini europei.
La Commissione europea ha dedicato 4 miliardi di euro al Piano europeo contro i tumori, che ha visto lo sviluppo di numerose iniziative sia a livello di prevenzione e diagnosi che di trattamento. Anche la salute mentale è stata oggetto della messa a punto di un nuovo piano d’azione, supportato da investimenti per un totale di 1,2 miliardi di euro.
Un altro pilastro delle nuove politiche sanitarie è stato rappresentato dal ruolo sempre più di primo piano assurto dalla sanità digitale, centrale per la realizzazione dello Spazio europeo dei dati sanitari (EHDS) e mirata a migliorare l’accesso alle prestazioni.
La Commissione uscente ha anche prestato attenzione alle azioni necessarie a prevenire le carenze di medicinali e dispositivi medici e all’introduzione di politiche basate sull’approccio One Health, centrato sulle correlazioni tra la salute umana e quella animale e dell’ambiente.