“L’Unione europea reagirà fermamente e immediatamente contro barriere ingiustificate al commercio libero ed equo, compresi i casi in cui i dazi siano usati per sfidare le politiche legali e non discriminatorie. L’UE proteggerà sempre il business, i lavoratori e i consumatori europei da misure tariffarie ingiustificate”, si legge nella nota pubblicata dalla Commissione europea che risponde all’annuncio del presidente Donald Trump di voler applicare dazi doganali anche per i prodotti importati negli USA dall’Europa.
La Commissione europea sottolinea come le proposte del presidente Trump rappresentino “un passo nella direzione sbagliata”, mentre l’UE rimane impegnata verso i suoi obiettivi di dar vita a un sistema commerciale globale aperto e prevedibile, che vada a beneficio di tutti i partner.
I possibili sviluppi negli USA
Secondo quanto riportato dalla stampa internazionale, il presidente americano potrebbe imporre nuovi dazi fino al 25% su varie tipologie di prodotti importati negli Usa, tra cui anche i medicinali (oltre ad auto e chip semiconduttori). Se i dazi per il mercato automobilistico potrebbero scattare già dal 2 aprile, non è ancora stata ventilata nessuna data per quelli che andrebbero a toccare l’industria farmaceutica. Anzi, secondo quanto riportato dalla Reuters, il presidente Trump potrebbe anche essere intenzionato a concedere tempo per avviare nuove fabbriche negli Usa, così da evitare le nuove tariffe sull’import.
Nel frattempo, il presidente Trump ha siglato il 13 febbraio scorso un accordo con il governo indiano (link) che prevede, tra le altre cose, di incoraggiare investimenti pubblici e privati volti espandere la capacità produttiva indiana di principi attivi farmaceutici per medicinali critici, anche sul suolo statunitense, di modo da ridurre il rischio di carenze di farmaci sul mercato Usa.
Cosa succede sul fronte UE
Anche la Commissione europea ha incontrato i vertici dell’India nel corso del secondo incontro dell’EU-India Trade and Technology Council, lo scorso 28 febbraio. Anche in questo caso, l’impegno reciproco in campo farmaceutico punta a rafforzare le catene di fornitura, in particolare quelle relative ai principi attivi, mediante la mappatura delle vulnerabilità, la promozione di produzioni sostenibili e la creazione di sistemi di allerta precoce per evitare problemi con le forniture (link).
Secondo un’analisi di Oxford Economics, ci sarebbe poca fiducia sia da parte UE che US sulle rispettive catene di fornitura. L’impatto per la produzione industriale americana di dazi sugli import dall’UE sarebbe minimo, con aumenti dei prezzi ex factory stimati in non più dell’1%. Sul fronte europeo, invece, Oxford Economics ha individuato nella Danimarca un paese particolarmente esposto ai dazi USA sui prodotti farmaceutici, a causa del rifiuto posto alla vendita della Groenlandia e del successo del prodotto per la perdita di peso sviluppato da un’azienda locale. Una possibile risposta europea all’imposizione dei dazi annunciati dal presidente Trump suggerita nell’analisi potrebbe focalizzarsi su maggiori acquisiti di gas liquefatto americano.