Oltre 20 miliardi. È il “valore” della spesa calcolata per la gestione del diabete. Sono i costi emersi da una ricerca condotta su oltre 20 Paesi in ambito internazionale, presentati al 63° Simposio AFI (Associazione Industria Società Scientifica) di Rimini nel corso della Sessione “Ricerca, sviluppo di nuovi approcci terapeutici nel trattamento del diabete”.

Il panorama del mercato

Diversificato e con molte opzioni di trattamento. In temine di utilizzo di terapie si osserva in generale una curva in crescita verso tutte le opzioni per la gestione/controllo del diabete, tuttavia con un trend in ascesa soprattutto di tre (nuove) molecole: SGLT2 inibitori (o gliflozine), GLP-1 (Glucagon Like peptide-1), DPP-4 (inibitori della dipeptidil-peptidasi IV). «In parallelo – spiega la Isabella Cecchini, Direttrice del Dipartimento di Ricerca di Mercato di IQVIA – si osserva anche la crescita dell’informazione medico-scientifica da parte delle aziende, calcolata confrontando i dati di 7 Paesi europei, e un ampliamento degli interlocutori verso cui si rivolge la comunicazione: cresce in modo significativo il Medico di Medicina Generale (MMG) e, fra specialisti, oltre al diabetologo, il cardiologo e il nefrologo. Ciò anche a seguito degli importanti cambiamenti avvenuti prima con l’ingresso nel 2021 in Italia di GLP1 in somministrazione orale, con un sensibile impatto migliorativo sull’aderenza terapeutica e sulla qualità di vita del paziente rispetto alla tradizionale iniezione sottocute, poi nel 2022 con l’estensione delle indicazioni degli SGLT2 all’area dello scompenso cardiaco e successivamente anche nella malattia renale cronica (CKD). Infine, di grande rilevanza anche l’estensione della prescrivibilità di questi farmaci anche al medico di medicina generale grazie alla nota 100 di AIFA del 2022 che garantisce maggiore continuità di cura, facilità di accesso alla terapia e migliore aderenza al trattamento».

Il mercato Italiano

L’analisi dei dati di consumo mostra una progressiva crescita del mercato negli ultimi 6 anni, sia a volumi che a valori, con un tasso di crescita annuo composto (CAGR) rispettivamente del +3% a volumi e del +14% a valori, incremento trainato soprattutto dalle nuove terapie, in particolare da GLP-1 e SGLT2. La metformina resta parte importante della terapia fra gli antidiabetici orali tradizionali, profilandosi sempre come gold standard terapeutico, anche in associazione con gli altri farmaci. «Si è osservato negli ultimi anni infine – prosegue Cecchini – un cambiamento anche della distribuzione, con un maggior coinvolgimento delle farmacie territoriali per l’erogazione in DPC (distribuzione per conto). In buona sostanza è cambiata sensibilmente la logica e la modalità distributiva di questi farmaci in un’ottica di sostenibilità e migliore accesso alle cure in farmacia rispetto alla distribuzione diretta da parte degli ospedali». Con l’approvazione della legge di bilancio 2024 a dicembre 2023, si è stabilito che, con cadenza annuale, AIFA aggiornerà il prontuario della continuità terapeutica ospedale-territorio, al fine di incrementare i livelli di assistenza di prossimità, consentendo alle farmacie convenzionate con il SSN di dispensare farmaci che attualmente sono reperibili solo presso le farmacie ospedaliere. In quest’ottica, è stato deliberato dal 25 maggio 2024 che i medicinali della categoria farmacologica delle gliptine (inibitori della dipeptil-peptidasi IV; inibitori della DPP-4; in monoterapia e in associazione, ad eccezione di quelle in combinazione con le gliflozine) sono riclassificati da “A-PHT” ad “A”, quindi si dovrebbe osservare uno spostamento della distribuzione in farmacia da DPC a convenzionata che verosimilmente attenuerà la sempre positiva performance del canale DPC per il mercato Diabete degli ultimi anni.

I prescrittori

Si amplia la “categoria” dei prescrittori della terapia antidiabetica: dati aggiornati a fine del 2023, mostrano come accanto al diabetologo cresce il coinvolgimento nella prescrizione del medico di medicina generale e, grazie alle nuove indicazioni del cardiologo e anche se ancora in misura minore, del nefrologo. «L’inclusione e la “responsabilità di ruolo” estesa anche al medico di famiglia – aggiunge la direttrice – è di fondamentale importanza. Da un lato richiede che anche queste figure siano formate e acquisiscano le adeguate competenze nella gestione del diabete, dall’altro si aprono nuove possibilità di dialogo fra specialisti. In particolare, si rileva una crescita degli SGLT2 che, grazie anche alle nuove indicazioni estendono l’ambito di utilizzo dal paziente diabetico senza e con comorbidità cardiologiche o nefrologica, all’ambito della cardiologia e della nefrologia».

Evoluzione digitale nel diabete

Da un lato strumenti innovatovi come sensori e microinfusori, dall’altro le soluzioni più tradizionali, quali strisce, glucometro, lancette e siringhe. Sono le opportunità e le opzioni che offre il mercato nella gestione del diabete. «In generale si osserva una crescita dei sensori per il monitoraggio della glicemia e, più in generale, di app e digital device – chiarisce la dottoressa Cecchini – che favoriscono una migliore gestione e controllo della patologia. Va detto tuttavia che il processo verso il cambiamento è in corso ed è ancora frenato dalla difficoltà di accesso a queste tecnologie, dalla tecnologia disponibile nei centri e ambulatori di diabetologia e da una certa inerzia al cambiamento di clinici e pazienti. Fondamentale in questo senso rafforzare le dotazioni tecnologiche degli ambulatori e l’(in)formazione di tutti gli attori».

Il digitale e la digitalizzazione

Si osserva, e in tutte le fasce di età compresa la popolazione più anziana, una accelerazione della digitalizzazione anche a seguito della pandemia, favorita in primis dal maggiore accesso a internet, all’utilizzo dello smartphone e delle applicazioni che favoriscono un miglior controllo e monitoraggio della patologia, un’ottimizzazione della gestione dei farmaci e un utile strumento per favorire il movimento, stili alimentari e di vita salutari. «In particolare i dati di utilizzo di strumenti digitali da parte dei pazienti con diabete – conclude Cecchini – mostrano che il 30% dei pazienti ha una app collegata al proprio cellulare per scaricare i dati del glucometro, ma solo la metà ne fa un uso regolare. Poter osservare concretamente e in tempo reale l’impatto generato da una camminata di 40 minuti sulla riduzione della glicemia ha un effetto importantissimo sull’empowerment del paziente favorendo la consapevolezza e la capacità di (auto) gestire la malattia. Una persona con diabete su due dichiara, inoltre, che gli strumenti digitali possono favorire una migliore gestione della patologia, aumentando l’autoconsapevolezza. Sarebbe fondamentale prendere coscienza del potenziale e dell’apertura dei pazienti verso l’utilizzo di questi strumenti per potenziarne l’accesso/disponibilità per il futuro». Apprezzamento verso il digitale che è sostenuto anche dall’esperienza positiva della telemedicina, vissuta in epoca Covid, dove telefono, SMS, whatsapp ed e-mail hanno rappresentato la soluzione e il mezzo di contatto costante con il medico da remoto.