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I dati sull’uso di dalbavancina per le infezioni batteriche di cute e tessuti molli nella pratica clinica dimostrano che questo antibiotico può essere somministrato in ambito ambulatoriale. Dalbavancina permette così di ridurre i tempi di ricovero e, quindi, i rischi di contrarre infezioni nosocomiali sostenute da batteri multiresistenti.
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Dalbavancina si è dimostrato particolarmente attivo nei confronti dei batteri gram positivi, quali stafilococchi e streptococchi. Il farmaco, che è indicato per il trattamento delle infezioni batteriche della cute e della struttura cutanea negli adulti, ha una lunga emivita, quindi può essere somministrato per via parenterale ogni 7 giorni.
Dalbavancina è un antibiotico già commercializzato in Italia.
«I dati che stanno emergendo dalla pratica clinica sull’utilizzo della dalbavancina nei principali centri ospedalieri italiani dimostrano che, nei casi in cui la terapia antibiotica debba essere somministrata per diverse settimane (come per esempio nel corso di osteomieliti), l’utilizzo del farmaco somministrato una volta a settimana ha reso possibile il trattamento di infezioni complicate in ambito ambulatoriale senza dover ricorrere a prolungati periodi di ricovero – spiega Massimo Andreoni, direttore scientifico SIMIT, Società Italiana di Malattie Infettive e Tropicali. – Questi esempi testimoniano che farmaci a lunga emivita come la dalbavancina possono permettere nuove strategie di trattamento dei pazienti con infezioni croniche, riducendo i tempi di degenza e quindi il soggiorno prolungato in ospedale che rappresenta spesso il fattore maggiore di rischio per infezioni nosocomiali con l’entrata in contatto con germi multiresistenti».
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