Come preannunciato, il presidente americano Trump ha firmato il 2 aprile l’ordine esecutivo che stabilisce nuovi dazi per l’importazione di merci negli Stati Uniti. La misura è stata giustificata sulla base dell’assunzione che le attuali pratiche del commercio internazionale abbiano creato una situazione di emergenza nazionale negli USA tale da richiedere contromisure a difesa delle produzioni americane.
Più in particolare, l’intervento voluto dal presidente Trump si articola in nuove tariffe doganali del 10% che si applicano a tutti i paesi a partire dal 5 aprile, a cui si aggiungono ulteriori tariffe in percentuale variabile rivolte ai paesi con sbilancio commerciale più alto nei confronti degli Stati Uniti (che entreranno in vigore il 9 aprile). A tale riguardo, tra i paesi più colpiti (dettagliati nell’Annex I) figurano ad esempio il Lesotho, la Cambogia e il Laos (tariffe del 50%, 49% e 48%, rispettivamente), mentre tra i meno toccati troviamo la Repubblica democratica del Congo, il Camerun e il Ciad (11%, 12% e 13%, rispettivamente). Alle merci cinesi sono saranno applicati dazi addizionali del 34%, mentre il valore per l’india è del 27%. L’Unione europea è stata considerata nel suo complesso, con applicazione di tariffe del 20%.
La farmaceutica tra i settori esenti
La buona notizia è che per il momento la farmaceutica è tra i settori esenti dall’imposizione dei dazi per l’importazione negli USA (anche se non sono apertamente menzionati i principi attivi farmaceutici), insieme agli articoli in alluminio o acciaio, alla automobili e ricambi per auto già soggetti a tariffe secondo la Sezione 232, al rame ai semiconduttori e agli articoli in legno. Esenti sono anche gli articoli che potrebbero in futuro divenire soggetti alla Sezione 232, i lingotti d’oro, l’energia e alcuni minerali non disponili negli USA. La lista dettagliata dei prodotti medicinali e affini non soggetti a dazi per l’import negli USA è riportata nell’Annex II dell’ordine esecutivo, secondo codice commerciale. Ordine che prevede anche che le tariffe indicate possano venire aumentate o diminuite a seconda delle azioni intraprese dai partner commerciali per rimediare allo squilibri.
Le reazioni in Europa e Italia
La presidente dell’Unione europea Ursula von del Leyen ha risposto all’annuncio del presidente Trump con una dichiarazione in cui sottolinea come le nuove tariffe doganali rappresentino un duro colpo per l’UE e possano dare luogo a spirali d’incertezza e aumento del protezionismo. Tra i possibili effetti dei dazi indicati da von der Leyen troviamo anche un aumento dei costi dei medicinali e dei trasporti, e più in generale una crescita dell’inflazione. L’incertezza potrebbe portare anche a rottura delle catena di fornitura e a un maggiore carico burocratico, con drastico aumento dei costi per le aziende che esportano negli Stati Uniti. L’indicazione della presidente europea, che nella nota riconosce le serie mancanze che caratterizzano il sistema globale dei commerci, va nella direzione di instaurare negoziati con gli Stati Uniti per rimuovere le barriere che ancora rimangono al commercio tra i due lati del’Atlantico. Nello stesso tempo, von der Leyen ha anche annunciato la messa a punto di un primo pacchetto di contromisure rispetto ai dazi USA sull’acciaio, insieme all’avvio di iniziative di Dialogo strategico specificamente mirate al settore farmaceutico, automotive e acciaio.
Le tariffe annunciate dal presidente Trump sono state considerate ingiustificate, illegali e disproporzionate dal presidente del comitato Commercio internazionale del Parlamento europeo, Bernd Lange, che in una nota ha indicato come la situazione potrebbe dar luogo a una escalation e a spirali negative per l’intera economia mondiale. Secondo Lange, i nuovi dazi avrebbero l’effetto di rendere più inefficienti i processi produttivi. Il parlamentare europeo ha ribadito l’impegno del Parlamento a difendere la sovranità europea e a non modificare una legislazione che è stata sviluppata in modo democratico e secondo l’interesse dei cittadini europei.
La presidente del Consiglio Giorgia Meloni ha sottolineato come l’introduzione dei dazi verso l’Unione europea non convenga a nessuna delle parti. Meloni ha ribadito l’impegno a lavorare per un accordo con gli Stati Uniti, di modo da scongiurare una guerra commerciale che indebolirebbe l’Occidente a favore di altri attori globali.