Non passa giorno senza colpi di scena, nella situazione di guerra commerciale scatenata le scorse settimane dal presidente americano Donald Trump con l’annuncio dell’imposizione dei dazi in misura variabile ai diversi paesi. Dazi scattati da mercoledì 9 aprile anche nella parte variabile, per un totale del 20% riferito all’Unione europea. Ma sono passate solo poco ore, e proprio in tale data è giunto tramite il social Truth un ulteriore annuncio da parte del presidente Trump, questa volta inerente la sospensione per 90 giorni della parte variabile dei dazi (si veda qui la Cnn). Resta invece confermata l’imposizione di tariffe doganali del 10% a tutti i paesi che esportano verso gli Stati Uniti. Unica eccezione la Cina, che non solo non ha visto la sospensione dei dazi previsti, ma anzi ne ha subito l’ulteriore inasprimento fino al 125%, motivato dall’aver risposto alle prime tariffe con misure uguali e contrarie nei confronti degli Stati Uniti.
UE, avviato il Dialogo con l’industria farmaceutica
Nel frattempo, l’8 aprile ha avuto luogo l’incontro tra la presidente della Commissione europea Ursula von del Leyen e i rappresentanti delle associazioni dell’industria farmaceutica europea (EFPIA, Medicines for Europe, EuropaBio ed EUCOPE, più alcune società farmaceutiche tra cui l’italiana Chiesi).
L’iniziativa di Dialogo di alto livello è stata volta ad avviare il confronto sui possibili effetti dei dazi americani sui prodotti farmaceutici e sulle conseguenti risposte da parte europea. Da quanto reso noto dalla Commissione, la parte industriale ha sottolineato il valore strategico del comparto a livello europeo e ha evidenziato le preoccupazioni per il possibile impatto delle tariffe sulle catene di fornitura fortemente interconnesse tra Europa e Stati uniti, con possibili ricadute sui pazienti di entrambi i lati dell’Atlantico.
Tra le richieste avanzate alla Commissione figurano il rafforzamento del mercato unico interno, con abbattimento delle barriere regolatorie e supporto alle imprese innovative. Le rappresentanze industriali hanno chiesto anche intervento di semplificazione delle procedure per le sperimentazioni cliniche, la digitalizzazione dei sistemi sanitari e misure a protezione della proprietà intellettuale. La posizione europea negli scenari globali, inoltre, dovrebbe venire rafforzata da un’adozione più rapida del Biotech Act e delle strategie per la bioeconomia e le scienze della vita a cui sta lavorando la Commissione. L’industria europea del farmaco ha anche espresso supporto all’intezione delle istituzioni europee di giungere ad un accordo negoziale con gli Stati Uniti, che potrebbe anche comprendere in prospettiva una riduzione da entrambi i lati delle barriere non-tariffarie, iniziativa che potrebbe portare beneficio reciproco.
I commenti delle associazioni industriali
In concomitanza dell’incontro con la Commissione UE, EFPIA ha anche pubblicato una nota sul suo sito in cui si sottolineava come, in assenza di un rapido e radicale cambio delle politiche in tema di ricerca, sviluppo e produzione farmaceutica il settore potrebbe essere a rischio di un significativo spostamento degli investimenti verso gli Stati Uniti.
Nel comunicato che ha seguito l’incontro con la presidente von der Leyen, EuropaBio ha dal canto suo espresso preoccupazioni per l’impatto delle tariffe sul comparto, anche in assenza di dazi specifici per i medicinali. La richiesta dell’associazione dell’industria biotech è di chiedere l’esenzione dai dazi dei prodotti biofarmaceutici e delle materie prime necessari a produrli, accelerando nella messa a punto della nuova legislazione da parte della Commissione.
Per Medicines for Europe, le tariffe americane sono regressive e controproduttive, e potrebbero portare alla rottura delle catene di fornitura con ripercussioni a livello di possibili carenze di medicinali critici ed essenziali. Medicinali che proprio per la loro importanza sono stati oggetto di un accordo in sede WTO che li esenta dall’imposizione di dazi. Tra i cinque punti del piano d’azione proposto dalla nota di Medicines for Europe figurano anche una revisione della direttiva sui trattamenti delle acque reflue urbane e delle restrizioni poste sulle sostanze necessarie a produrre i farmaci. L’associazione dei produttori di generici e biosimilari chiede anche la rapida adozione, tra gli altri, del Critical Medicines Act e delle nuova legislazione farmaceutica, che dovrebbe comprendere incentivi bilanciati e regole chiare per la competizione dal day-1 di scadenza brevettuale. Sarebbero anche necessari aiuti di stato e differimento delle scadenze tributarie, per meglio contrastare il possibile impatto dei dazi sulla competitività del settore.