La scarsa prevedibilità della pianificazione di lungo termine per le domande iniziali di autorizzazione all’immissione in commercio (AIC) con procedura centralizzata è uno dei problemi che frenano l’arrivo di nuovi medicinali nel mercato europeo. Uno specifico focus group sulla “submission predictability” ha visto il confronto, a partire dal novembre 2022, tra industria ed enti regolatori; il rapporto finale è stato ora pubblicato sul sito dell’Agenzia europea dei medicinali (EMA). Ne riassumiamo i punti salienti.
Il focus group ha preso in considerazione, più in particolare, le proiezioni sulle tempistiche per le domande di AIC con relativa lettera d’intenti (LoI), l’ultimo documento richiesto prima del deposito del dossier e la cui emissione attiva anche la procedura di designazione del rapporteur.
I dati osservati rispetto ai valori pianificati
Nel 2023 sono state registrate un totale di 112 domande AIC con LoI. Rispetto alle previsioni del dicembre 2022, circa un terzo di esse (35%) sono state depositate nei tempi previsti, un altro 21% con un certo ritardo, ma comunque entro l’anno. A queste si aggiungono poi le domande AIC posticipate al 2024 (19%) o 2025 (1%), ma anche una certa quota di “new entry”, non incluse nel monitoraggio iniziale (16%, molte riferite a generici); le domande ritirate sono state il 9% del totale.
Il focus group ha anche analizzato l’andamento dei depositi AIC con LoI nella seconda metà del 2023, rispetto alle previsioni fatte al giugno dello stesso anno. In questo caso, le domande arrivate nei tempi salgono al 48% del totale, ma crescono anche quelle rimandate al 2024 (27%), mentre sono diminuite quelle depositate in ritardo ma entro l’anno (13%).
Il rapporto segnala anche che la precisione nel prevedere le tempistiche dei nuovi depositi diminuisca drasticamente quanto più ci si allontana dal punto di previsione. È stato analizzato anche l’impatto dei ritardi nei depositi sul regolare svolgimento delle procedure regolatorie (valutato al Q3-2023). Un numero significativo di domande AIC ha subito un solo ritardo (51) o due (42); in sette casi la procedura è stata fermata tre volte. Nella maggior parte dei casi (16), il ritardo è stato di due mesi, ma non mancano casi di dossier che hanno sperimentato posticipi delle tempistiche previste anche di nove (6) o dieci mesi (3).
Riscontri da migliorare per sostenere la pianificazione di EMA
Il focus group ha valutato anche l’impatto di alcune misure messe in campo da EMA per migliorare la pianificazione dei carichi di lavoro del network regolatorio. Tra queste figura l’invio automatico di una email agli applicant, tre mesi prima della data prevista per il deposito delle domande di nuova AIC, con cui l’Agenzia richiede conferma della data stessa. I dati raccolti indicano una percentuale ancora piuttosto elevata (22) di applicant che non hanno risposto a tale richiesta da parte delle autorità regolatorie. Tra chi ha risposto, invece, la maggior parte (56%) non ha fornito ad EMA le giustificazioni richieste sui motivi del ritardo. E anche ove presenti, le giustificazioni ricevute sono state ritenute poco informative circa i reali motivi per la variazione dei piani di sviluppo. Una mancanza, sottolinea il rapporto del focus group, che rende più difficile mettere a punto da parte dell’ente regolatore le misure necessarie a migliorare la prevedibilità della pianificazione.
Le soluzioni proposte
L’analisi condotta dal focus group ha portato anche alla formulazione di alcune proposte migliorative della prevedibilità del processo di deposito delle domande AIC e della pianificazione del network regolatorio necessaria a farvi fronte.
Tra queste figura la possibilità di interazioni preventive in cui discutere più approfonditamente la pianificazione per il deposito della domanda AIC e lo stato di maturità del dossier. Nel caso di prodotti già autorizzati, viene suggerito che EMA contatti i titolari AIC per richiedere una pianificazione delle principali domande post-autorizzazione (es. estensioni di linea o di indicazioni). Il focus group suggerisce anche di implementare un annex alla lettera d’intenti che dettagli le informazioni richieste rilevanti per valutare certezza della data di depostito e potenziali difficoltà che si potrebbero presentare nnel corso dello sviluppo (es. piani per richiedere una valutazione accelerata, nuovi studi clinici, nuove metodologie, scientific advice. ecc.).
La prevedibilità della pianificazione potrebbe essere migliorata, secondo il rapporto, modificando l’attuale testo della lettera d’intenti per chiarire maggiormente che le risorse messe a disposizione dagli enti regolatori vengono riservate rispetto alla data di deposito indicata nel documento (procedura nota come “ring-fencing resources”). Una misura che per il momento rimane in stand-by, ma che potrebbe venire implementata nel momento in cui le altre si dimostrino inefficaci, come pure la possibilità che i tempi per la nomina dei rapporteur dei dossier scendano dagli attuali 6 mesi a 3 mesi. Altre misure proposte sempre riguardo al relatore incaricato del dossier prevedono la sua rimozione (e quella del relativo dossier dalla pipeline regolatoria) nel caso l’applicant non risponda alle email automatiche di EMA. Anche questa misura, in discussione da parte dell’Agenzia, potrebbe essere utilizzata in caso di inefficacia delle altre. Si potrebbe anche avere conferma dell’incarico del relatore in caso di ritardi oltre i tre mesi. Tali misure dovrebbero anche venire accompagnate da attività mirate di formazione e aggiornamento delle Q&A sulla pre-submission.