La ricerca e il mantenimento del benessere fisico e mentale rappresentano valori importanti per gli italiani, valori che hanno assunto ancora più rilevanza negli ultimi anni: se ne è parlato nel corso dell’assemblea annuale di Integratori & Salute, la principale associazione confindustriale del settore dell’integrazione alimentare, con oltre duecento aziende duecento aziende nazionali e multinazionali sparse su tutto il territorio.

Oggi registriamo una crescita del settore degli integratori certamente più contenuta rispetto agli anni passati, soprattutto se guardiamo al periodo pandemico, ma parliamo comunque di un mercato che è ormai divenuto molto più solido e maturo”, ha affermato Germano Scarpa, presidente di Integratori & Salute, nel corso dell’Assemblea. “Le persone che si avvicinano al consumo di integratori continuano ad aumentare e chi li usa già, dimostra una fedeltà crescente, ampliando anche la gamma di integratori utilizzati”.

Un segnale che, per Germano Scarpa, è estremamente positivo per l’intero comparto, ma che evidenzia anche un progresso che sembra essere in netto contrasto con la situazione normativa a livello europeo. “È auspicabile, pertanto – ha proseguito il presidente di Integratori & Salute –  un’armonizzazione delle regole sugli integratori a questo livello, perché oggi ci troviamo di fronte a una regolamentazione frammentata che penalizza l’innovazione nel nostro Paese. Anche i processi di registrazione di nuovi nutrienti, come i ‘novel food’, vengono gestiti con metodologie ormai superate rispetto alle attuali conoscenze; una loro semplificazione comporterebbe enormi benefici sia per il settore che per i cittadini”.

I dati del 2023 per i comparto integratori

Secondo un’elaborazione di Unione Italiana Food su dati New Line, nel 2023 il fatturato del comparto dell’integrazione alimentare in Italia ha raggiunto i 4,5 miliardi di euro in valore delle vendite e le 300 mila tonnellate in quantità. L’Italia si conferma così ancora una volta quale primo mercato europeo, con il 26% del fatturato totale, seguita da Germania (19%) e Francia (15%). 

Sono quasi 30 milioni gli italiani adulti (73%) che nell’ultimo anno hanno utilizzato integratori alimentari almeno una volta. Il canale farmacia rimane quello preferito per l’acquisto di questa tipologia di prodotti (3,5 miliardi di euro, pari al 78% del totale), rispetto a GDO (7,7%), parafarmacie (7,6%) e canale online (6,9%).

Secondo i dati presentati da Intesa Sanpaolo nel corso dell’evento, a livello mondiale gli scambi internazionali per il settore integratori alimentari sono quasi triplicati negli ultimi quindici anni. Nel 2023 le esportazioni italiane sono ulteriormente cresciute (1,9 miliardi di euro), con un saldo commerciale di 894 milioni. Nonostante il rallentamento generalizzato del commercio mondiale, nei primi sei mesi del 2024 l’export italiano di integratori è cresciuto più dei principali competitor europei.

La forte impronta innovativa tipica del comparto, è stato evidenziato nel corso dei lavori, rappresenta anche un sostegno sempre più strategico per il benessere delle persone, mirato a ottenere un effetto metabolico per mantenere in efficienza il sistema fisiologico dell’organismo.

Un utilizzo più strutturato degli integratori nei prossimi anni – ha affermato Germano Scarpa, – può costituire un’importante risorsa per i sistemi sanitari nazionali. L’integratore alimentare ha un ruolo cruciale nell’allungare il tempo di salute delle persone“.

L’indagine “Immaginati nel 2040”

Nel corso del’Assemblea annuale di Integratori & Salute è anche stato presentato lo studio “Immaginati nel 2040”, commissionata da Unione Italiana Food al Future Concept Lab e mirata a meglio capire a cosa gli italiani daranno maggiore importanza tra quindici anni.

I risultati dell’indagine (che ha coinvolto un campione di mille persone, rappresentativo dei 16 – 60enni per sesso, età, area geografica, dimensione comune di residenza) evidenziano in poco più della metà del campione (55,3%) un po’ d’ansia nel guardare al futuro; solo un quarto degli intervistati (25,4%) si è detto ottimista, mentre  nel 19,3% dei casi c’è preoccupazione per ciò che ci attende.

Tra gli aspetti della vita quotidiana che avranno più importanza di qui a quindic’anni, l’indagine ha evidenziato al primo posto la salute (73,3%), seguita dal rispetto per l’ambiente (64,8%) e dal cibo, inteso come alimentazione sana e sostenibile (59,4%). Secondo gli intervistati, che ci sarà sempre più bisogno di un’integrazione alimentare per le difese immunitarie (60%), per la cura del cuore e della pressione sanguigna (42%), per il benessere psicofisico (32,4%), per la salute intestinale (27,1%), ma anche per l’aspetto fisico (23,8%). Gli integratori sono stati visti anche come potenzialmente utili anche per compensare eventuali carenze di prodotti alimentari legate al cambiamento climatico (27,8%), nonché come valide opzioni di prevenzione in alleanza con il sistema sanitario (26,2%), per una salubre dieta alimentare quotidiana (25,8%) e infine per ottimizzare la corretta assunzione di nutrienti essenziali (20,2%).

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