Le origini del concetto contemporaneo di One Health risalgono alla metà del secolo scorso quando si è manifestata sempre più evidente l’esistenza di importanti collegamenti e interdipendenze tra la gestione della salute umana e quella animale. In anni più recenti, in questo concetto sono stati inclusi gli aspetti della salute degli ecosistemi, con riferimento al deterioramento delle condizioni ambientali (inquinamento, rifiuti) e dei cambiamenti climatici sulle malattie infettive e, non per ultimo, l’antibiotico resistenza.
L’interesse per l’approccio “One Health” ha poi ricevuto un forte impulso durante la pandemia di Covid-19, che ha dimostrato chiari legami tra la prevenzione e la risposta alle epidemie. Affinché “One Health” raggiunga i suoi obiettivi, gli operatori di diversi settori con competenze diverse devono lavorare insieme ed essere aperti a condividere diverse forme di conoscenza essendo fondamentale l’interscambio di dati e di informazioni. Questo comporta la necessità di nuovi tipi di accordi integrati all’interno e all’esterno degli Stati Membri dell’Unione Europea, superando le barriere tra aree e dipartimenti separati che tradizionalmente perseguono i propri obiettivi secondo piani ben definiti. L’attuazione operativa del piano One Health nell’UE, che presenta sfide politiche, di governance e finanziarie, tocca le seguenti fondamentali aree: ricerca e sviluppo, salute umana e animale, sicurezza alimentare, biodiversità ed ecosistemi sostenibili, agricoltura, prevenzione delle pandemie.
Avendo riconosciuto il potenziale dell’approccio “One Health”, il commissario europeo per la salute e l’alimentazione (Stella Kyriakides) ha chiesto ad un gruppo dei consulenti scientifici della Commissione Europea di fornire un parere scientifico e indipendente sulla governance “One Health” nell’UE. Il rapporto generato dagli esperti e reso pubblico lo scorso novembre è il risultato di una approfondita e documentata revisione delle evidenze raccolto nel corso degli ultimi anni sulle interconnessioni tra sistemi diversi sulla salute umana e animale. Il rapporto contiene una serie di raccomandazioni sulle strutture esistenti (organizzazioni e enti europei coinvolti) e sulle iniziative già avviate e altre da attuare a livello nazionale ed europeo. Viene anche proposta una tabella di marcia su come collegare la governance e le politiche dall’alto verso il basso individuando i prerequisiti pratici che sono richiesti dal basso verso l’alto, al fine di rendere possibili ed efficaci gli interventi per l’attuazione progressiva e completa dell’approccio One Health a livello europeo.
Un elemento a sostegno di questo sforzo a livello europeo è l’adozione di un approccio comune e di un piano d’azione congiunto da parte di quattro grandi organizzazioni: il “Quadripartito” formato dall’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’alimentazione e l’agricoltura, dal Programma delle Nazioni Unite per l’ambiente, dall’Organizzazione mondiale della sanità e dall’Organizzazione mondiale per la salute animale. Il piano d’azione congiunto quadripartito è inteso a facilitare l’integrazione e il coordinamento delle azioni nei settori pertinenti della salute umana, animale e vegetale e dell’ambiente. Questo piano identifica sei aree principali in cui gli approcci che attualmente differiscono tra i settori e i paesi devono essere integrati e coordinati: sistemi sanitari, malattie zoonotiche, malattie tropicali trascurate e trasmesse da vettori, sicurezza alimentare, resistenza antimicrobica e ambiente.
Alcuni Paesi europei stanno già applicando i principi “One Health” nel proprio processo decisionale. A livello dell’UE, le principali politiche che già si adattano a questo approccio comprendono: il programma generale di azione dell’Unione in materia di ambiente fino al 2030, il piano d’azione per l’inquinamento zero, il diritto della salute degli animali, la strategia sui cambiamenti climatici. Altre politiche dell’UE trarrebbero vantaggio da una maggiore enfasi su One Health, in particolare nell’alimentazione e nell’agricoltura, dove è necessario un cambiamento di paradigma verso sistemi più sostenibili dal punto di vista ecologico, sociale ed economico. Per mettere in pratica questo processo, l’UE ha bisogno di una maggiore integrazione tra i diversi settori politici, sia all’interno della Commissione Europea che tra le istituzioni europee, sostenuta da una forte leadership politica.